In questo articolo presento alcune riflessioni preliminari relative a una ricerca etnografica che sto conducendo presso la discarica di Mbeubeuss, inaugurata negli anni sessanta nella periferia di Dakar (Senegal). Interpreto la discarica come un fenomeno sociale dal profondo impatto ambientale che, negli anni, ha fabbricato relazioni socioeconomiche legate (direttamente e indirettamente) al trattamento dei rifiuti, contribuendo notevolmente anche ai processi di urbanizzazione dei Comuni limitrofi e al consolidamento di flussi migratori dalle regioni agricole del Paese. Le narrazioni pubbliche dipingono la discarica di Mbeubeuss come un ‘mondo chiuso’ e ‘parallelo’ alla realtà sociale in cui è inserito e, all’informalità delle pratiche di lavoro, viene fatta corrispondere una necessaria marginalità declinata in senso sociale, economico, politico. L’analisi etnografica che propongo intende mostrare gli usi sociali della catastrofe, mettendo in luce come la dicotomia bombe écologique ou source de vie non renda conto della complessità dei fenomeni sociali innescati dalla presenza della discarica sul territorio. Da una prospettiva antropologica, l’intreccio tra l’indifferenza delle politiche pubbliche – che depoliticizzano l’ambiente e la sua gestione – e il rimodellamento in termini economici e sociali ‘dal basso’ mostra come un evento catastrofico ‘di lunga durata’ non sgretoli necessariamente strutture sociali preesistenti. Tuttavia, il caso di Mbeubeuss rappresenta contemporaneamente la causa di una crisi ambientale e la possibilità per molti lavoratori di costruirsi una vita

Un disastro di lunga durata. Pratiche di gestione dei rifiuti nel Senegal Contemporaneo

Rimoldi, L
2018-01-01

Abstract

In questo articolo presento alcune riflessioni preliminari relative a una ricerca etnografica che sto conducendo presso la discarica di Mbeubeuss, inaugurata negli anni sessanta nella periferia di Dakar (Senegal). Interpreto la discarica come un fenomeno sociale dal profondo impatto ambientale che, negli anni, ha fabbricato relazioni socioeconomiche legate (direttamente e indirettamente) al trattamento dei rifiuti, contribuendo notevolmente anche ai processi di urbanizzazione dei Comuni limitrofi e al consolidamento di flussi migratori dalle regioni agricole del Paese. Le narrazioni pubbliche dipingono la discarica di Mbeubeuss come un ‘mondo chiuso’ e ‘parallelo’ alla realtà sociale in cui è inserito e, all’informalità delle pratiche di lavoro, viene fatta corrispondere una necessaria marginalità declinata in senso sociale, economico, politico. L’analisi etnografica che propongo intende mostrare gli usi sociali della catastrofe, mettendo in luce come la dicotomia bombe écologique ou source de vie non renda conto della complessità dei fenomeni sociali innescati dalla presenza della discarica sul territorio. Da una prospettiva antropologica, l’intreccio tra l’indifferenza delle politiche pubbliche – che depoliticizzano l’ambiente e la sua gestione – e il rimodellamento in termini economici e sociali ‘dal basso’ mostra come un evento catastrofico ‘di lunga durata’ non sgretoli necessariamente strutture sociali preesistenti. Tuttavia, il caso di Mbeubeuss rappresenta contemporaneamente la causa di una crisi ambientale e la possibilità per molti lavoratori di costruirsi una vita
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