An epitaph, found in Catania around 1731, mentions the mimas Aphrodito, Eutychus’ wife. The mime consisted of a show focused on mythological parodies or, more frequently, on erotic plots, it was a sort of “farce” recited by several actors accompanied by choristers and musicians and, above all, connoted by the beauty, often generously exhibited, of actresses and dancers, who could achieve considerable fame and high earnings. The black mark of infamia, however, damaged the mimae, associated by law to prostitutes: for this reason the use of the prestigious Latin language by individuals with Greek name does not authorize to think of an effective integration of Aphrodito inside the society of Catina. On the one hand the interest in restoration and expansion of the urban planning of the Etnean city, especially during the second century and, in particular, for the buildings used for the shows, on the other hand the attention specifically given by adoptive emperors to mime actors and shows allow to hypothesize a dating of the inscription of Aphrodito at the age of the Antonines.

Un epitaffio, rinvenuto a Catania intorno al 1731, menziona la mimas Aphrodito, moglie di Eutychus. Il mimo consisteva in uno spettacolo incentrato su parodie mitologiche o, più di frequente, su intrecci erotici, era una sorta di “farsa” recitata da più attori accompagnati da coristi e musicisti e soprattutto connotata dalla bellezza, spesso generosamente esibita, di attrici e danzatrici, che potevano raggiungere considerevole fama e conseguire elevati guadagni. Il marchio dell’infamia, però, colpiva le mimae, equiparate dalla legge alle prostitute: per tale ragione l’utilizzo della prestigiosa lingua latina da parte di individui dal nome grecanico non autorizza a pensare ad un’effettiva integrazione di Aphrodito all’interno della società di Catina. Da un canto l’interesse per il restauro e l’ampliamento del corredo urbanistico della città etnea, soprattutto nel corso del II secolo e, in particolare, per gli edifici adibiti agli spettacoli, dall’altro l’attenzione specificamente rivolta dagli imperatori adottivi agli attori e agli spettacoli di mimo consentono di ipotizzare una datazione dell’iscrizione di Aphrodito all’età degli Antonini.

Luoghi “pubblici” e donne “ai margini”: un’attrice a Catania romana

Arena Gaetano
2020-01-01

Abstract

An epitaph, found in Catania around 1731, mentions the mimas Aphrodito, Eutychus’ wife. The mime consisted of a show focused on mythological parodies or, more frequently, on erotic plots, it was a sort of “farce” recited by several actors accompanied by choristers and musicians and, above all, connoted by the beauty, often generously exhibited, of actresses and dancers, who could achieve considerable fame and high earnings. The black mark of infamia, however, damaged the mimae, associated by law to prostitutes: for this reason the use of the prestigious Latin language by individuals with Greek name does not authorize to think of an effective integration of Aphrodito inside the society of Catina. On the one hand the interest in restoration and expansion of the urban planning of the Etnean city, especially during the second century and, in particular, for the buildings used for the shows, on the other hand the attention specifically given by adoptive emperors to mime actors and shows allow to hypothesize a dating of the inscription of Aphrodito at the age of the Antonines.
2020
Un epitaffio, rinvenuto a Catania intorno al 1731, menziona la mimas Aphrodito, moglie di Eutychus. Il mimo consisteva in uno spettacolo incentrato su parodie mitologiche o, più di frequente, su intrecci erotici, era una sorta di “farsa” recitata da più attori accompagnati da coristi e musicisti e soprattutto connotata dalla bellezza, spesso generosamente esibita, di attrici e danzatrici, che potevano raggiungere considerevole fama e conseguire elevati guadagni. Il marchio dell’infamia, però, colpiva le mimae, equiparate dalla legge alle prostitute: per tale ragione l’utilizzo della prestigiosa lingua latina da parte di individui dal nome grecanico non autorizza a pensare ad un’effettiva integrazione di Aphrodito all’interno della società di Catina. Da un canto l’interesse per il restauro e l’ampliamento del corredo urbanistico della città etnea, soprattutto nel corso del II secolo e, in particolare, per gli edifici adibiti agli spettacoli, dall’altro l’attenzione specificamente rivolta dagli imperatori adottivi agli attori e agli spettacoli di mimo consentono di ipotizzare una datazione dell’iscrizione di Aphrodito all’età degli Antonini.
Mime; Catina; Theatre; Legislation; Antonines
mimo; Catina; teatro; legislazione; Antonini
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