L’organizzazione territoriale delle attività antropiche a Messina è stata profondamente influenzata dal terremoto del 1908. Alla prosperità economica dell’Ottocento, riflessa nell’impianto urbano e bruscamente interrotta dall’evento tragico, è seguita una evoluzione economica e demografica sempre più legata alle vicende portuali e commerciali che la città sembra subire piuttosto che governare. La morfologia urbana articolata in più poli trova anche un riscontro nella localizzazione degli immigrati stranieri. La segregazione etnica residenziale è diventata una questione internazionale, centrale nel dibattito che la collega alle politiche urbane di contrasto all’emarginazione sociale e talvolta all’identità della città. Questo articolo vuole pertanto approfondire la segregazione residenziale tra gli immigrati stranieri, distinguendo tra segregazione «forzata» e «volontaria». A tal fine si è utilizzata l’analisi del modello a punti per valutare il raggruppamento residuo delle famiglie di immigrati dopo averli adeguati alle condizioni di disomogeneità economica all’interno dell’area urbana, condizioni causate in particolare dal costo degli affitti e dalla disponibilità di tipi specifici di posti di lavoro. Le comunità dello Sri Lanka e della Romania hanno riportato la segregazione volontaria più elevata, come i filippini per distanze superiori al chilometro, contribuendo alla creazione di una aggregazione spaziale che rafforza il modello policentrico dell’identità di Messina.
Trasformazioni urbane e distribuzione spaziale degli immigrati stranieri a Messina
Luigi Scrofani
;Angelo Mazza;
2020-01-01
Abstract
L’organizzazione territoriale delle attività antropiche a Messina è stata profondamente influenzata dal terremoto del 1908. Alla prosperità economica dell’Ottocento, riflessa nell’impianto urbano e bruscamente interrotta dall’evento tragico, è seguita una evoluzione economica e demografica sempre più legata alle vicende portuali e commerciali che la città sembra subire piuttosto che governare. La morfologia urbana articolata in più poli trova anche un riscontro nella localizzazione degli immigrati stranieri. La segregazione etnica residenziale è diventata una questione internazionale, centrale nel dibattito che la collega alle politiche urbane di contrasto all’emarginazione sociale e talvolta all’identità della città. Questo articolo vuole pertanto approfondire la segregazione residenziale tra gli immigrati stranieri, distinguendo tra segregazione «forzata» e «volontaria». A tal fine si è utilizzata l’analisi del modello a punti per valutare il raggruppamento residuo delle famiglie di immigrati dopo averli adeguati alle condizioni di disomogeneità economica all’interno dell’area urbana, condizioni causate in particolare dal costo degli affitti e dalla disponibilità di tipi specifici di posti di lavoro. Le comunità dello Sri Lanka e della Romania hanno riportato la segregazione volontaria più elevata, come i filippini per distanze superiori al chilometro, contribuendo alla creazione di una aggregazione spaziale che rafforza il modello policentrico dell’identità di Messina.File | Dimensione | Formato | |
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