La canzone sepolcrale di Leopardi "Sopra il ritratto di una bella donna" è imperniata su una polarità di luce e ombra. Le prime tre strofe evocano a turno una straordinaria bellezza per consumare poi regolarmente la distruzione di ciò che hanno appena fatto sorgere. Ma l'ultima parola di Leopardi non è il nichilismo: il collasso finale della presenza non vale a cancellare il fatto che essa è stata, destando visioni e desideri infiniti; il poeta, perciò, non si paralizza nel rimpianto, né si accanisce nella protesta, ma apre infine un problema.

Splendore e fragilità del segno: «Sopra il ritratto di una bella donna»

CRISTALDI, Sergio Alfio Maria
1999-01-01

Abstract

La canzone sepolcrale di Leopardi "Sopra il ritratto di una bella donna" è imperniata su una polarità di luce e ombra. Le prime tre strofe evocano a turno una straordinaria bellezza per consumare poi regolarmente la distruzione di ciò che hanno appena fatto sorgere. Ma l'ultima parola di Leopardi non è il nichilismo: il collasso finale della presenza non vale a cancellare il fatto che essa è stata, destando visioni e desideri infiniti; il poeta, perciò, non si paralizza nel rimpianto, né si accanisce nella protesta, ma apre infine un problema.
1999
Leopardi; Bellezza; Labilità
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/465
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact