The linguistic phenomenology connected with the massive transfer of Italians (mostly southern) to Tunisia between the end of the nineteenth century and the first twenty years of the twentieth century has not yet been the subject of systematic studies. In the contribution, while waiting for further studies to be carried out aimed at recovering the latest evidence of the language spoken by the Italians of Tunisia, a reflection is conducted on the regional-popular Italian used by Marinette Pendola - writer born in Tunis in 1948, precisely in a family of Sicilian origin (who came from Sciacca to settle in Tunisia since 1900), forced in 1962, like many others, to leave their native country - in the last of his three novels, “L'erba di vento” (Arkadia 2016). It is interesting that a variety of speech with which Pendola had to deal mostly in the period of childhood reappear, after long years spent making use of other codes of the repertoire (in the meantime changed, given the transfer of women since adolescence in Italy, in Bologna). The language of the novel, certainly created by the sociolinguistic awareness of a single speaker (the writer), due to its inevitably mimetic aspects becomes, albeit inductively, a precious archive of forms taken by Italian in Tunisia in the mouths of uneducated speakers. There are significant examples of marked syntax, of the preservation of the Sicilian lexicon and, at the same time, of Arab-Tunisian and French interference.

La fenomenologia linguistica connessa con il massiccio trasferimento in Tunisia di italiani (per lo più meridionali) tra la fine dell’Ottocento e il primo ventennio del Novecento non è stata ancora oggetto di studi sistematici. Nel contributo, in attesa che possano essere realizzati ulteriori studi volti al recupero delle ultime testimonianze della lingua parlata dagli italiani di Tunisia, si conduce una riflessione sull’italiano regional-popolare usato da Marinette Pendola – scrittrice nata a Tunisi nel 1948, proprio in una famiglia di origine siciliana (venuta da Sciacca a stabilirsi in Tunisia dal 1900), costretta nel 1962, come tanti, ad abbandonare il suo Paese natale – nell’ultimo dei suoi tre romanzi, "L’erba di vento" (Arkadia 2016). È interessante il fatto che una varietà di parlato con la quale Pendola dovette confrontarsi perlopiù nel periodo dell’infanzia riaffiori, a distanza di lunghi anni trascorsi facendo ricorso ad altri codici del repertorio (nel frattempo mutato, visto il trasferimento della donna sin dall’adolescenza in Italia, a Bologna). La lingua del romanzo, creata certamente dalla consapevolezza sociolinguistica di un solo parlante (la scrittrice), per i suoi aspetti inevitabilmente mimetici diventa, sia pure in maniera induttiva, archivio prezioso di forme assunte dall’italiano in Tunisia in bocca a parlanti non colti. Vi si colgono esempi significativi di sintassi marcata, della conservazione del lessico siciliano e, al contempo, delle interferenze arabo-tunisine e francesi.

L’italiano regional-popolare di matrice siciliana ne L’Erba di vento della scrittrice italotunisina Marinette Pendola (1948-)

Iride Valenti
2019-01-01

Abstract

The linguistic phenomenology connected with the massive transfer of Italians (mostly southern) to Tunisia between the end of the nineteenth century and the first twenty years of the twentieth century has not yet been the subject of systematic studies. In the contribution, while waiting for further studies to be carried out aimed at recovering the latest evidence of the language spoken by the Italians of Tunisia, a reflection is conducted on the regional-popular Italian used by Marinette Pendola - writer born in Tunis in 1948, precisely in a family of Sicilian origin (who came from Sciacca to settle in Tunisia since 1900), forced in 1962, like many others, to leave their native country - in the last of his three novels, “L'erba di vento” (Arkadia 2016). It is interesting that a variety of speech with which Pendola had to deal mostly in the period of childhood reappear, after long years spent making use of other codes of the repertoire (in the meantime changed, given the transfer of women since adolescence in Italy, in Bologna). The language of the novel, certainly created by the sociolinguistic awareness of a single speaker (the writer), due to its inevitably mimetic aspects becomes, albeit inductively, a precious archive of forms taken by Italian in Tunisia in the mouths of uneducated speakers. There are significant examples of marked syntax, of the preservation of the Sicilian lexicon and, at the same time, of Arab-Tunisian and French interference.
2019
978-8877609583
La fenomenologia linguistica connessa con il massiccio trasferimento in Tunisia di italiani (per lo più meridionali) tra la fine dell’Ottocento e il primo ventennio del Novecento non è stata ancora oggetto di studi sistematici. Nel contributo, in attesa che possano essere realizzati ulteriori studi volti al recupero delle ultime testimonianze della lingua parlata dagli italiani di Tunisia, si conduce una riflessione sull’italiano regional-popolare usato da Marinette Pendola – scrittrice nata a Tunisi nel 1948, proprio in una famiglia di origine siciliana (venuta da Sciacca a stabilirsi in Tunisia dal 1900), costretta nel 1962, come tanti, ad abbandonare il suo Paese natale – nell’ultimo dei suoi tre romanzi, "L’erba di vento" (Arkadia 2016). È interessante il fatto che una varietà di parlato con la quale Pendola dovette confrontarsi perlopiù nel periodo dell’infanzia riaffiori, a distanza di lunghi anni trascorsi facendo ricorso ad altri codici del repertorio (nel frattempo mutato, visto il trasferimento della donna sin dall’adolescenza in Italia, a Bologna). La lingua del romanzo, creata certamente dalla consapevolezza sociolinguistica di un solo parlante (la scrittrice), per i suoi aspetti inevitabilmente mimetici diventa, sia pure in maniera induttiva, archivio prezioso di forme assunte dall’italiano in Tunisia in bocca a parlanti non colti. Vi si colgono esempi significativi di sintassi marcata, della conservazione del lessico siciliano e, al contempo, delle interferenze arabo-tunisine e francesi.
Literary multilingualism, Marinette Pendola, regional-popular Italian, language of immigration
Plurilinguismo letterario, Marinette Pendola, Italiano regional-popolare, lingua dell'immigrazione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/484744
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