Gallerista, organizzatrice e curatrice di mostre, Romana Loda è stata un personaggio chiave nella diffusione dell’arte femminista e più in generale dell’arte delle donne in Italia negli anni Settanta; in quel decennio infatti Loda ha promosso il lavoro di numerose artiste attive in Italia, sia attraverso la sua galleria, la Multimedia di Erbusco (Brescia), sia mediante esposizioni in spazi pubblici e privati. All’epoca queste mostre riscossero l’attenzione del pubblico, della critica e della stampa specializzata; a esse presero parte alcune delle artiste più significative e affermate del panorama artistico europeo. Il mio articolo si propone di riconsiderare il ruolo di Loda nella scena artistica italiana degli anni Settanta, concentrandosi, in particolare, sulle esposizioni di donne da lei organizzate tra il 1974 e il 1978. Rileggere l’attività di Loda consente di affrontare alcuni nodi essenziali del dibattito critico sull’arte delle donne emerso nel nostro Paese nel corso del decennio, in particolare la presa di coscienza e la denuncia delle disparità tra i sessi, le difficoltà delle artiste nell’accesso agli spazi espositivi e nel rapporto con le istituzioni, e, soprattutto, il ruolo controverso delle cosiddette mostre “ghetto”.
Mostre al femminile: Romana Loda e l’arte delle donne nell’Italia degli anni Settanta
Raffaella Perna
2015-01-01
Abstract
Gallerista, organizzatrice e curatrice di mostre, Romana Loda è stata un personaggio chiave nella diffusione dell’arte femminista e più in generale dell’arte delle donne in Italia negli anni Settanta; in quel decennio infatti Loda ha promosso il lavoro di numerose artiste attive in Italia, sia attraverso la sua galleria, la Multimedia di Erbusco (Brescia), sia mediante esposizioni in spazi pubblici e privati. All’epoca queste mostre riscossero l’attenzione del pubblico, della critica e della stampa specializzata; a esse presero parte alcune delle artiste più significative e affermate del panorama artistico europeo. Il mio articolo si propone di riconsiderare il ruolo di Loda nella scena artistica italiana degli anni Settanta, concentrandosi, in particolare, sulle esposizioni di donne da lei organizzate tra il 1974 e il 1978. Rileggere l’attività di Loda consente di affrontare alcuni nodi essenziali del dibattito critico sull’arte delle donne emerso nel nostro Paese nel corso del decennio, in particolare la presa di coscienza e la denuncia delle disparità tra i sessi, le difficoltà delle artiste nell’accesso agli spazi espositivi e nel rapporto con le istituzioni, e, soprattutto, il ruolo controverso delle cosiddette mostre “ghetto”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.