Some texts in Sicilian Medieval Vernacular report a construction such as [SN1 + Ø + SN2] (e.g. lu ossu zicha, ‘cattlefish bone’), given by the combination of two nominal syntagms in situation of syntactical dependence and asyndetical joining. This construction is perfectly acceptable in Sicilian Medieval Vernacular and there is not need to integrate it with a ‘missing’ preposition. Nevertheless it has been normally integrated by the greatest part of philologists and texts editors. This ‘genitive’ without preposition is often considered a ‘gallicism’, that is to say an imitation of a similar French construction. On the contrary, its existence in Sicilian Medieval Vernacular induces to think that was a widespread construction, a ‘possibility’ of many Romance Medieval Languages that during their history was substituted by a more explicit form ‘with’ a preposition. It is possible then to propose the idea that the construction [SN1 + Ø + SN2] was widely diffused in Middle Ages but often oscured by philological corrections aiming to ‘normalize’ a construction that seemed ‘unusual’ or even wrong.

Vari testi in volgare siciliano medievale recano attestazioni di un costrutto del tipo [SN1 + Ø + SN2] (ad esempio lu ossu zicha, ‘l’osso di seppia’), dato dalla combinazione di due sintagmi nominali in situazione di dipendenza sintattica e accostamento asindetico. Il costrutto in questione è perfettamente accettabile nel sistema del siciliano medievale e non necessita di interventi editoriali di integrazione della preposizione, ciononostante operati da antichi e recenti editori di testi. Il ‘genitivo’ senza proposizione viene spesso considerato un ‘gallicismo’, cioè in un’ultima istanza un fatto di prestito e/o di imitazione stilistica derivante dal prestigio del francese. L’esistenza di questa forma in volgare siciliano medievale può far pensare invece che molte lingue romanze la mantenessero allo stato di ‘possibilità’, per poi perderla nel corso del tempo a tutto favore di una forma sintattica più esplicita. Si ipotizza dunque che questa forma abbia goduto di un’ampia diffusione in varie aree romanze medievali anche distanti tra di loro e che abbia avuto una notevole persistenza temporale, per quanto sia stato sovente occultato da interventi filologici di tipo ‘normalizzatore’.

'Genitivo' apreposizionale in volgare siciliano (e in altre lingue romanze medievali)

RAPISARDA, Stefano
2008-01-01

Abstract

Some texts in Sicilian Medieval Vernacular report a construction such as [SN1 + Ø + SN2] (e.g. lu ossu zicha, ‘cattlefish bone’), given by the combination of two nominal syntagms in situation of syntactical dependence and asyndetical joining. This construction is perfectly acceptable in Sicilian Medieval Vernacular and there is not need to integrate it with a ‘missing’ preposition. Nevertheless it has been normally integrated by the greatest part of philologists and texts editors. This ‘genitive’ without preposition is often considered a ‘gallicism’, that is to say an imitation of a similar French construction. On the contrary, its existence in Sicilian Medieval Vernacular induces to think that was a widespread construction, a ‘possibility’ of many Romance Medieval Languages that during their history was substituted by a more explicit form ‘with’ a preposition. It is possible then to propose the idea that the construction [SN1 + Ø + SN2] was widely diffused in Middle Ages but often oscured by philological corrections aiming to ‘normalize’ a construction that seemed ‘unusual’ or even wrong.
2008
Vari testi in volgare siciliano medievale recano attestazioni di un costrutto del tipo [SN1 + Ø + SN2] (ad esempio lu ossu zicha, ‘l’osso di seppia’), dato dalla combinazione di due sintagmi nominali in situazione di dipendenza sintattica e accostamento asindetico. Il costrutto in questione è perfettamente accettabile nel sistema del siciliano medievale e non necessita di interventi editoriali di integrazione della preposizione, ciononostante operati da antichi e recenti editori di testi. Il ‘genitivo’ senza proposizione viene spesso considerato un ‘gallicismo’, cioè in un’ultima istanza un fatto di prestito e/o di imitazione stilistica derivante dal prestigio del francese. L’esistenza di questa forma in volgare siciliano medievale può far pensare invece che molte lingue romanze la mantenessero allo stato di ‘possibilità’, per poi perderla nel corso del tempo a tutto favore di una forma sintattica più esplicita. Si ipotizza dunque che questa forma abbia goduto di un’ampia diffusione in varie aree romanze medievali anche distanti tra di loro e che abbia avuto una notevole persistenza temporale, per quanto sia stato sovente occultato da interventi filologici di tipo ‘normalizzatore’.
preposizione; volgare siciliano; morfosintassi
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