Nel gennaio del 1957 esce per le Edizioni di Comunità, il primo numero della Rivista Internazionale d’Architettura “Zodiac”: in copertina «la calma ed espressiva immagine» di Walter Gropius, apre il numero una dichiarazione programmatica di Adriano Olivetti. Guidata da un comitato di indiscusso prestigio (Olivetti, Argan, Janlet, Musatti, Paci, Pampaloni), la rivista è diretta da Bruno Alfieri in collaborazione con Pier Carlo Santini; Roberto Sambonet ne è l’art director. Il progetto grafico è l’esito di quella profonda comunità di intenti che caratterizza il rapporto tra Alfieri, Sambonet e Santini. La struttura e l’impostazione grafica è assai distante dalle contemporanee riviste d’architettura e risente fortemente dell’esperienza di Sambonet al fianco di Bardi: copertina dal forte impatto visivo, rigore compositivo, ottime fotografie, disegni ben proporzionati e stampati. Il presente contributo vuole indagare il rapporto arte-architettura nell’ambito tanto del progetto grafico quanto attraverso i temi e le questioni che tra il 1957 e il 1973 troveranno spazio sulle pagine della rivista.

Arte, architettura e grafica tra le pagine di Zodiac 1957-1973, in «Studi e ricerche di Storia dell’Architettura», Rivista dell’Associazione Italiana Storici dell’Architettura, numero monografico “Dopo la sintesi delle arti. Dialoghi e rapporti tra artisti e architetti nel Novecento”, n. 8, 2020, pp. 114-125

matteo iannello
2020-01-01

Abstract

Nel gennaio del 1957 esce per le Edizioni di Comunità, il primo numero della Rivista Internazionale d’Architettura “Zodiac”: in copertina «la calma ed espressiva immagine» di Walter Gropius, apre il numero una dichiarazione programmatica di Adriano Olivetti. Guidata da un comitato di indiscusso prestigio (Olivetti, Argan, Janlet, Musatti, Paci, Pampaloni), la rivista è diretta da Bruno Alfieri in collaborazione con Pier Carlo Santini; Roberto Sambonet ne è l’art director. Il progetto grafico è l’esito di quella profonda comunità di intenti che caratterizza il rapporto tra Alfieri, Sambonet e Santini. La struttura e l’impostazione grafica è assai distante dalle contemporanee riviste d’architettura e risente fortemente dell’esperienza di Sambonet al fianco di Bardi: copertina dal forte impatto visivo, rigore compositivo, ottime fotografie, disegni ben proporzionati e stampati. Il presente contributo vuole indagare il rapporto arte-architettura nell’ambito tanto del progetto grafico quanto attraverso i temi e le questioni che tra il 1957 e il 1973 troveranno spazio sulle pagine della rivista.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/503985
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