Nel primo e nel terzo regno dell'aldilà dantesco stanno condizioni ormai definitive, inamovibili, eterne, a cui lo stesso appuntamento del Giudizio Universale non apporterà che una radicalizzazione. Il regno intermedio, invece, presenta uno status ancora esposto alla temporalità e al divenire. Gli espianti abitano ancora il tempo, sono incardinati nel suo ritmo e in un territorio di sua spettanza. A questa condizione incompiuta non tocca la diretta visione di Dio facie ad faciem, che è appannaggio esclusivo dei beati. Proprio degli espianti è invece un contesto di mediazioni, dove essi contemplano segni e segni di segni. Quello che si dispiega nel tempo è uno scenario semiotico. Esso, nel perimetro purgatoriale, è costituito da riti liturgico-simbolici, esempi di virtù e vizi, figure e sequenze allegoriche, come nella grande rappresentazione dell'Eden, che procede dalla storia della Rivelazione per approdare ai sette stati della Chiesa. Anche il personaggio di Beatrice, a cui tende il percorso del viator, non è la meta ultima, ma è a sua volta un segno, un veicolo, il tramite di una realtà superiore. Punto di convergenza dell'itinerario purgatoriale del protagonista, Beatrice, comunque, scorta ad altro, senza essere nemmeno l'ultima guida, tanto che le toccherà, nello scorcio conclusivo del "Paradiso", cedere il passo a un mentore superiore, come già Virgilio, nella conclusione del "Purgatorio", si era dovuto ritirare all'avvento di lei.

"Purgatorio": il tempo e i segni

Cristaldi Sergio Alfio Maria
2021-01-01

Abstract

Nel primo e nel terzo regno dell'aldilà dantesco stanno condizioni ormai definitive, inamovibili, eterne, a cui lo stesso appuntamento del Giudizio Universale non apporterà che una radicalizzazione. Il regno intermedio, invece, presenta uno status ancora esposto alla temporalità e al divenire. Gli espianti abitano ancora il tempo, sono incardinati nel suo ritmo e in un territorio di sua spettanza. A questa condizione incompiuta non tocca la diretta visione di Dio facie ad faciem, che è appannaggio esclusivo dei beati. Proprio degli espianti è invece un contesto di mediazioni, dove essi contemplano segni e segni di segni. Quello che si dispiega nel tempo è uno scenario semiotico. Esso, nel perimetro purgatoriale, è costituito da riti liturgico-simbolici, esempi di virtù e vizi, figure e sequenze allegoriche, come nella grande rappresentazione dell'Eden, che procede dalla storia della Rivelazione per approdare ai sette stati della Chiesa. Anche il personaggio di Beatrice, a cui tende il percorso del viator, non è la meta ultima, ma è a sua volta un segno, un veicolo, il tramite di una realtà superiore. Punto di convergenza dell'itinerario purgatoriale del protagonista, Beatrice, comunque, scorta ad altro, senza essere nemmeno l'ultima guida, tanto che le toccherà, nello scorcio conclusivo del "Paradiso", cedere il passo a un mentore superiore, come già Virgilio, nella conclusione del "Purgatorio", si era dovuto ritirare all'avvento di lei.
2021
Dante, Commedia, Purgatorio, tempo, segni
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/509624
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