Il D.M. 19/4/2006 recante il titolo “Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle intersezioni stradali” fornisce una classificazione delle rotatorie in base al diametro della corona giratoria. In particolare, vengono introdotte tre classi di rotatorie (mini rotatorie, compatte e convenzionali) che coprono un campo di variabilità del diametro esterno compreso tra 14 m e 50 m. Lo stesso Decreto afferma poi che “per sistemazioni con circolazione rotatoria, che non rientrano nelle tipologie su esposte, il dimensionamento e la composizione geometrica debbono essere definiti con il principio dei tronchi di scambio tra due bracci contigui. In questi casi le immissioni devono essere organizzate con appositi dispositivi”. Un’interpretazione ragionevole di quest’ultimo passaggio della Norma, porta a ritenere che debbano essere definite “sistemazioni con circolazione rotatoria” tutti quegli schemi di incrocio rientranti nelle due seguenti categorie: • le rotatorie circolari di grandi dimensioni, cioè quelle con diametro maggiore di 50 m; • tutte quelle configurazioni di incrocio a raso che, pur garantendo una circolazione rotatoria, presentano forme non circolari (ellittiche, allungate, a clessidra, ecc.). Per le suddette categorie di intersezioni, quindi, deve adottarsi un criterio di progettazione basato sulle zone di scambio. Già da subito, appare opportuno manifestare più di una perplessità in merito all’adozione di tale criterio: non appaiono infatti chiare le motivazioni che hanno indotto i redattori della Norma a proporre, per le rotatorie rientranti nelle tre categorie definite inizialmente, il metodo di progettazione della “rotatoria moderna” o “della precedenza a sinistra”, vale a dire il principio secondo cui i veicoli in immissione devono trovare un varco libero sulla corrente veicolare circolante sull’unica corsia dell’anello giratorio, e ad indicare, per gli altri schemi a circolazione rotatoria, una metodologia progettuale, quella dei tronchi di scambio, concettualmente opposta alla precedente, fondata sull’esecuzione di manovre che richiedono spesso notevoli spazi e che possono comportare la realizzazione di più corsie sulla corona giratoria (soluzione, questa, che amplifica i punti di conflitto all’interno dell’anello, a tutto danno delle prestazioni in termini di sicurezza). Obiettivo del presente gruppo di ricerca sarà quello di fornire una procedura operativa per dimensionare le intersezioni a circolazione rotatoria secondo il principio dei tronchi di scambio. Al termine dell’esposizione della metodologia di calcolo, si svolgerà un esempio applicativo che ci permetterà di evidenziare ulteriormente i dubbi sull’effettiva validità di un criterio progettuale (quello dei tronchi di scambio) che, per le rotatorie, ormai da qualche decennio, trova pochissimi riscontri nella letteratura tecnica-normativa internazionale.

Intersezioni a rotatoria: il progetto di rotatorie non convenzionali

DISTEFANO, NATALIA;LEONARDI, Salvatore
2008-01-01

Abstract

Il D.M. 19/4/2006 recante il titolo “Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle intersezioni stradali” fornisce una classificazione delle rotatorie in base al diametro della corona giratoria. In particolare, vengono introdotte tre classi di rotatorie (mini rotatorie, compatte e convenzionali) che coprono un campo di variabilità del diametro esterno compreso tra 14 m e 50 m. Lo stesso Decreto afferma poi che “per sistemazioni con circolazione rotatoria, che non rientrano nelle tipologie su esposte, il dimensionamento e la composizione geometrica debbono essere definiti con il principio dei tronchi di scambio tra due bracci contigui. In questi casi le immissioni devono essere organizzate con appositi dispositivi”. Un’interpretazione ragionevole di quest’ultimo passaggio della Norma, porta a ritenere che debbano essere definite “sistemazioni con circolazione rotatoria” tutti quegli schemi di incrocio rientranti nelle due seguenti categorie: • le rotatorie circolari di grandi dimensioni, cioè quelle con diametro maggiore di 50 m; • tutte quelle configurazioni di incrocio a raso che, pur garantendo una circolazione rotatoria, presentano forme non circolari (ellittiche, allungate, a clessidra, ecc.). Per le suddette categorie di intersezioni, quindi, deve adottarsi un criterio di progettazione basato sulle zone di scambio. Già da subito, appare opportuno manifestare più di una perplessità in merito all’adozione di tale criterio: non appaiono infatti chiare le motivazioni che hanno indotto i redattori della Norma a proporre, per le rotatorie rientranti nelle tre categorie definite inizialmente, il metodo di progettazione della “rotatoria moderna” o “della precedenza a sinistra”, vale a dire il principio secondo cui i veicoli in immissione devono trovare un varco libero sulla corrente veicolare circolante sull’unica corsia dell’anello giratorio, e ad indicare, per gli altri schemi a circolazione rotatoria, una metodologia progettuale, quella dei tronchi di scambio, concettualmente opposta alla precedente, fondata sull’esecuzione di manovre che richiedono spesso notevoli spazi e che possono comportare la realizzazione di più corsie sulla corona giratoria (soluzione, questa, che amplifica i punti di conflitto all’interno dell’anello, a tutto danno delle prestazioni in termini di sicurezza). Obiettivo del presente gruppo di ricerca sarà quello di fornire una procedura operativa per dimensionare le intersezioni a circolazione rotatoria secondo il principio dei tronchi di scambio. Al termine dell’esposizione della metodologia di calcolo, si svolgerà un esempio applicativo che ci permetterà di evidenziare ulteriormente i dubbi sull’effettiva validità di un criterio progettuale (quello dei tronchi di scambio) che, per le rotatorie, ormai da qualche decennio, trova pochissimi riscontri nella letteratura tecnica-normativa internazionale.
2008
Sicurezza ; Normativa; Incroci stradali
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