: L’articolo analizza il romanzo Sua Altezza (Favola candida), pubblicato nel 1923 da Annie Vivanti Chartres, e la sua seconda edizione riveduta, Il viaggio incantato (1933), sottolineando la collocazione dell’opera nell’ambito della narrativa europea indirizzata all’infanzia, che ebbe vasto sviluppo nell’Ottocento e che, in Italia, rivestì un ruolo fondamentale per la crescita dell’alfabetizzazione nazionale post-unitaria. Vivanti tiene presente la letteratura per l’infanzia di matrice britannica (Carroll, Barrie) e il limerick anglosassone, coniugandoli con la fiaba popolare europea, come i Märchen raccolti dai fratelli Grimm. Ne scaturisce una narrazione che tenta di tenere insieme il gusto escapista e ludico con l’esigenza di costruire una letteratura didattica e pedagogica rivolta soprattutto a un pubblico borghese conservatore, nell’Italia investita dalla crisi economica e dai conflitti sociali e politici che condussero, nel 1922, alla Marcia su Roma. Particolarmente evidente è la pedagogia negativa dell’eros associata soprattutto al personaggio della bambina, Tina, che palesa una visione della donna ancora legata a modelli patriarcali tardo ottocenteschi piuttosto sminuenti verso la costruzione dell’identità femminile.
Sulla narrativa per l’infanzia di Annie Vivanti Chartres, tra Lewis Carroll, James M. Barrie e la fiaba popolare europea
Agnese Amaduri
2021-01-01
Abstract
: L’articolo analizza il romanzo Sua Altezza (Favola candida), pubblicato nel 1923 da Annie Vivanti Chartres, e la sua seconda edizione riveduta, Il viaggio incantato (1933), sottolineando la collocazione dell’opera nell’ambito della narrativa europea indirizzata all’infanzia, che ebbe vasto sviluppo nell’Ottocento e che, in Italia, rivestì un ruolo fondamentale per la crescita dell’alfabetizzazione nazionale post-unitaria. Vivanti tiene presente la letteratura per l’infanzia di matrice britannica (Carroll, Barrie) e il limerick anglosassone, coniugandoli con la fiaba popolare europea, come i Märchen raccolti dai fratelli Grimm. Ne scaturisce una narrazione che tenta di tenere insieme il gusto escapista e ludico con l’esigenza di costruire una letteratura didattica e pedagogica rivolta soprattutto a un pubblico borghese conservatore, nell’Italia investita dalla crisi economica e dai conflitti sociali e politici che condussero, nel 1922, alla Marcia su Roma. Particolarmente evidente è la pedagogia negativa dell’eros associata soprattutto al personaggio della bambina, Tina, che palesa una visione della donna ancora legata a modelli patriarcali tardo ottocenteschi piuttosto sminuenti verso la costruzione dell’identità femminile.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.