Mario Bertoncini (1932–2019), pianista, compositore, inventore di oggetti risonanti, è stato esponente della neoavanguardia musicale internazionale orientatasi, nel corso degli anni ’60, verso un’estetica dell’informel. Entro tale estetica, rivolta soprattutto alle configurazioni e alle auscultazioni della materia sonora in sé, sembrerebbe non poter trovar spazio – almeno nella genesi dell’opera – la categoria emotiva; e ciò, del pari, in un ‘nuovo’ teatro musicale concepito da Bertoncini quale relazione organica ‘pura’ e non-referenziale – dunque non-melodrammatica – delle componenti spettacolari. Eppure, il suo unico lavoro eminentemente vocale del periodo, Illegonda (per una performer che agisce in un preciso environment scenico-sonoro), ‘compone’ nel testo musicale proprio le emozioni in quanto stati fittizi ma autentici di un gioco performativo: attraversandoli, la performer agisce nello spazio insieme acustico e formale, in una rappresentazione sostanzialmente auto-referente.

Comporre le emozioni in un gioco performativo: su Illegonda (1967-68) di Mario Bertoncini

MASTROPIETRO
2019-01-01

Abstract

Mario Bertoncini (1932–2019), pianista, compositore, inventore di oggetti risonanti, è stato esponente della neoavanguardia musicale internazionale orientatasi, nel corso degli anni ’60, verso un’estetica dell’informel. Entro tale estetica, rivolta soprattutto alle configurazioni e alle auscultazioni della materia sonora in sé, sembrerebbe non poter trovar spazio – almeno nella genesi dell’opera – la categoria emotiva; e ciò, del pari, in un ‘nuovo’ teatro musicale concepito da Bertoncini quale relazione organica ‘pura’ e non-referenziale – dunque non-melodrammatica – delle componenti spettacolari. Eppure, il suo unico lavoro eminentemente vocale del periodo, Illegonda (per una performer che agisce in un preciso environment scenico-sonoro), ‘compone’ nel testo musicale proprio le emozioni in quanto stati fittizi ma autentici di un gioco performativo: attraversandoli, la performer agisce nello spazio insieme acustico e formale, in una rappresentazione sostanzialmente auto-referente.
2019
Experimental music theatre, Performance, Voice, John Cage, Rome
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/516820
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