La reflexión sobre el pensamiento de Sergio Cotta se expone te- niendo como texto-guía Soggetto umano – Soggetto giuridico (Giuffrè, Milano 1997), obra en la que definía, exactamente diez años antes de su fallecimiento, las líneas de su pensamiento en torno al hombre y al derecho costruidas en sus años de docencia romana. El pensamiento de Cotta se perfila, en primer lugar, a través de dos líneas fundamentales: la del historicismo hegeliano y la lógica dialéctica, sobre el plano filosófico; y la de Kelsen sobre el plano de la teoría del derecho. En segundo lugar, a través de la recepción de los materia- les epistémicos ofrecidos por las filosofías y las investigaciones empíricas del novecientos; desde la fenomenología a la antropología y a la lógica, hasta el psicoanálisis y la fonología. Montanari muestra cómo Cotta llega a construir su tesis filosófica fundamental: la “giuridicità intrinseca del vivere umano”, entendida como perspectiva capaz de dotar de significado práctico a la existen- cia humana en cuanto strutturalmente relazionale. En particular, es el ligamen entre la fenomenología y las investigaciones antropológicas, lo que permite a Cotta determinar los “invarianti” o “residui” (en sentido precisamente feno- menológico) que connotan el existir en el mundo del hombre y que se espe- cifican, existencialmente, en dos necesidades fundamentales: “esser se stesso e non esser solo”. Tales necesidades individuan la condición que el derecho debe respetar para no violar la universalidad del ser sujeto humano. Sobre el alcance filosófico de esta última tesis se centra la parte conclusiva del texto, en la que el autor da paso a un diálogo ideal con su maestro. Las reflexiones sobre el concepto de finitezza, propuesto por Cotta, y sobre el, en parte diverso, de finitudine, utilizado por Montanari, subrayan en particular el valor di una línea teórica radicada en la hermenéutica del dato existencial. El “problema” de la dimensión finita del ser humano es así comprendido como límite racional y conscientemente abierto a lo infinito.

In questo testo, la riflessione sul pensiero di Sergio Cotta è svolta a partire da un suo libro pubblicato nel 1997, Soggetto umano – Soggetto giuridico (Giuffrè, Milano), nel quale definiva le linee di quel pensiero attorno all’uomo ed al diritto costruite negli anni del suo insegnamento romano. Dopo una premessa sull’impostazione metodologica adottata da Cotta, volta a riflettere criticamente sui contributi tanto della fenomenologia quanto dell’antropologia o della logica, l’analisi si sposta sulla sua tesi di fondo: la “giuridicità intrinseca del vivere umano”, intesa come prospettiva capace di dare significato pratico al senso universale della esistenza umana in quanto strutturalmente relazionale. Nel dar conto di questa tesi l’autore sottolinea le distanze che separano la filosofia ad essa sottesa dai modelli di pensiero ancora oggi dominanti. Nel testo si evidenzia in particolare come si tratti di una impostazione alternativa rispetto allo storicismo ed alla logica dialettica sul piano filosofico generale, e rispetto all’idea di diritto costruita da Kelsen sul piano della scienza giuridica. Il saggio si sofferma poi sulle conseguenze epistemologiche di un tale percorso. A questo proposito l’autore indica la ricerca di Cotta sugli ordinamenti giuridici concreti, volta a determinare quegli elementi “residuali” che costituiscono un dato non soggetto a variazioni e contingenze storiche. Questo processo di riduzione conduce ad individuare nell’“Esser se stesso e non esser solo” il “residuo” costitutivo della giuridicità comune al genere umano. Tali bisogni sono strutturalmente esistenziali ed individuano la condizione che il diritto deve rispettare per non violare l’universalità dell’essere soggetto umano. Sulla portata filosofica di quest’ultima tesi si incentra la parte conclusiva del testo, in cui l’autore instaura un dialogo ideale con il suo Maestro. Le riflessioni sul concetto di finitezza, proposto da Cotta, e su quello, in parte diverso, di finitudine, utilizzato dall’autore stesso, sottolineano in particolare il valore di una linea teoretica radicata nella ermeneutica del dato esistenziale. Il “problema” della dimensione finita dell’esser umano è così compreso quale limite razionalmente e consapevolmente aperto verso l’infinito.

“Soggetto umano-soggetto giuridico”: il diritto nella prospettiva ontologico-esistenziale di Sergio Cotta

MONTANARI, Bruno
2007-01-01

Abstract

In questo testo, la riflessione sul pensiero di Sergio Cotta è svolta a partire da un suo libro pubblicato nel 1997, Soggetto umano – Soggetto giuridico (Giuffrè, Milano), nel quale definiva le linee di quel pensiero attorno all’uomo ed al diritto costruite negli anni del suo insegnamento romano. Dopo una premessa sull’impostazione metodologica adottata da Cotta, volta a riflettere criticamente sui contributi tanto della fenomenologia quanto dell’antropologia o della logica, l’analisi si sposta sulla sua tesi di fondo: la “giuridicità intrinseca del vivere umano”, intesa come prospettiva capace di dare significato pratico al senso universale della esistenza umana in quanto strutturalmente relazionale. Nel dar conto di questa tesi l’autore sottolinea le distanze che separano la filosofia ad essa sottesa dai modelli di pensiero ancora oggi dominanti. Nel testo si evidenzia in particolare come si tratti di una impostazione alternativa rispetto allo storicismo ed alla logica dialettica sul piano filosofico generale, e rispetto all’idea di diritto costruita da Kelsen sul piano della scienza giuridica. Il saggio si sofferma poi sulle conseguenze epistemologiche di un tale percorso. A questo proposito l’autore indica la ricerca di Cotta sugli ordinamenti giuridici concreti, volta a determinare quegli elementi “residuali” che costituiscono un dato non soggetto a variazioni e contingenze storiche. Questo processo di riduzione conduce ad individuare nell’“Esser se stesso e non esser solo” il “residuo” costitutivo della giuridicità comune al genere umano. Tali bisogni sono strutturalmente esistenziali ed individuano la condizione che il diritto deve rispettare per non violare l’universalità dell’essere soggetto umano. Sulla portata filosofica di quest’ultima tesi si incentra la parte conclusiva del testo, in cui l’autore instaura un dialogo ideale con il suo Maestro. Le riflessioni sul concetto di finitezza, proposto da Cotta, e su quello, in parte diverso, di finitudine, utilizzato dall’autore stesso, sottolineano in particolare il valore di una linea teoretica radicata nella ermeneutica del dato esistenziale. Il “problema” della dimensione finita dell’esser umano è così compreso quale limite razionalmente e consapevolmente aperto verso l’infinito.
2007
La reflexión sobre el pensamiento de Sergio Cotta se expone te- niendo como texto-guía Soggetto umano – Soggetto giuridico (Giuffrè, Milano 1997), obra en la que definía, exactamente diez años antes de su fallecimiento, las líneas de su pensamiento en torno al hombre y al derecho costruidas en sus años de docencia romana. El pensamiento de Cotta se perfila, en primer lugar, a través de dos líneas fundamentales: la del historicismo hegeliano y la lógica dialéctica, sobre el plano filosófico; y la de Kelsen sobre el plano de la teoría del derecho. En segundo lugar, a través de la recepción de los materia- les epistémicos ofrecidos por las filosofías y las investigaciones empíricas del novecientos; desde la fenomenología a la antropología y a la lógica, hasta el psicoanálisis y la fonología. Montanari muestra cómo Cotta llega a construir su tesis filosófica fundamental: la “giuridicità intrinseca del vivere umano”, entendida como perspectiva capaz de dotar de significado práctico a la existen- cia humana en cuanto strutturalmente relazionale. En particular, es el ligamen entre la fenomenología y las investigaciones antropológicas, lo que permite a Cotta determinar los “invarianti” o “residui” (en sentido precisamente feno- menológico) que connotan el existir en el mundo del hombre y que se espe- cifican, existencialmente, en dos necesidades fundamentales: “esser se stesso e non esser solo”. Tales necesidades individuan la condición que el derecho debe respetar para no violar la universalidad del ser sujeto humano. Sobre el alcance filosófico de esta última tesis se centra la parte conclusiva del texto, en la que el autor da paso a un diálogo ideal con su maestro. Las reflexiones sobre el concepto de finitezza, propuesto por Cotta, y sobre el, en parte diverso, de finitudine, utilizado por Montanari, subrayan en particular el valor di una línea teórica radicada en la hermenéutica del dato existencial. El “problema” de la dimensión finita del ser humano es así comprendido como límite racional y conscientemente abierto a lo infinito.
Soggettività; Finitudine; Relazionalità
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/51848
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