Fra topos letterario e realtà economica: l’artigianato metallurgico e tessile nella Cappadocia tardoantica

Some texts of the Cappadocian Fathers document in the second half of the fourth century the presence in Caesarea – the provincial capital – of imperial workshops for the production of weapons and fabrics, state corpora in which free-standing male and female personnel were respectively employed. The data on metallurgy and textile craftsmanship in Late Antique Cappadocia are also reflected in other testimonies, both just chronologically earlier, such as the Edictum de pretiis or even the reference to the tetrarchic age contained in the Notitia dignitatum Orientis, and a little later, such as the letter of Firmus of Caesarea to the bishop Acacius, in which the reference to ἅρματα χαλκοκόλλητα offers the starting point for a fruitful comparison with a papyrus document of 338 ad mentioning a κοινὸς τῶν χαλκοκολλητῶν, i.e. a collegium of ‘metal sheet workers’, a private association of highly specialized labourers.

Alcuni testi dei Padri Cappadoci documentano nella seconda metà del IV secolo la presenza a Cesarea – capitale provinciale – di officine imperiali destinate alla produzione di armi e tessuti, corpora statali all’interno dei quali era impiegato rispettivamente personale di sesso maschile e femminile di libera condizione. Il dato su metallurgia e artigianato tessile nella Cappadocia tardoantica trova riscontro anche in altre testimonianze, sia cronologicamente appena antecedenti, come l’Edictum de pretiis o anche il riferimento all’età tetrarchica contenuto nella Notitia dignitatum Orientis, sia di poco successive, come l’epistola di Firmo di Cesarea al vescovo Acacio, nella quale il cenno ad ἅρματα χαλκοκόλλητα offre lo spunto per un proficuo confronto con un documento papiraceo del 338 d.C. facente menzione di un κοινὸς τῶν χαλκοκολλητῶν, ossia ad un collegium di ‘lamieristi’, un’associazione privata di operai altamente specializzati.