La condanna penale del suicidio -con gravi punizioni per il cadavere e per i beni lasciati dal defunto- è stata la regola nei Paesi cristiani sino a tempi recenti; in molti Paesi islamici il suicidio è tuttora un reato penale. Le civiltà pagane hanno tenuto di solito un atteggiamento ben diverso ed efficacemente sintetizzato da Hume quando ricorda che «la facoltà di suicidarsi è considerata da Plinio un vantaggio che gli uomini possiedono addirittura rispetto agli dèi. Deus non sibi potest mortem consciscere, si velit, quod homini dedit optimum in tantis vitae poenis, Lib. II, Cap. 7».

Interrogarsi sulla morte e sull’esperienza della finitudine

Biuso
2022-01-01

Abstract

La condanna penale del suicidio -con gravi punizioni per il cadavere e per i beni lasciati dal defunto- è stata la regola nei Paesi cristiani sino a tempi recenti; in molti Paesi islamici il suicidio è tuttora un reato penale. Le civiltà pagane hanno tenuto di solito un atteggiamento ben diverso ed efficacemente sintetizzato da Hume quando ricorda che «la facoltà di suicidarsi è considerata da Plinio un vantaggio che gli uomini possiedono addirittura rispetto agli dèi. Deus non sibi potest mortem consciscere, si velit, quod homini dedit optimum in tantis vitae poenis, Lib. II, Cap. 7».
2022
antropodecentrismo, filosofia, Hume, Il manifesto, materialismo, monoteismi, morte, Plinio, politeismi, Simon Critchley, suicidio, vita
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/531545
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