Within a series of narrative works, Elsa de’ Giorgi proposes a focus on her cinematographic acting experience. With an integration between themes related to performance and diegetic dimension, the author tends to question a star image in which she seems not to fully recognize herself. Acting – together with some components of the ‘grammar’ of the performance as they have been theorized by Dyer in «facial expression; voice, gestures […]; posture […]; body movements» – become therefore part of the narration, generating meanings and interpretative levels open to visuality and to a performative dimension, but still related to literature. Starting from this premises, on the basis of a reading developed ‘between media’, the contribution will focus on the actress-writer’s narrative works that present movie references and a metatextual component: in particular I coetanei (1955), but also the novel Storia di una donna bella (1970) and the more mature work Ho visto partire il tuo treno (1992). In parallel, it proposes an observation of the movies mentioned and reinterpreted by narrator, namely by a subjectivity that is re-elaborate and expressed through fictional or autobiographical writing.

All’interno di una serie di opere narrative, Elsa de’ Giorgi propone una riflessione sulla sua esperienza attoriale cinematografica e, integrandone i nuclei tematici con la tessitura diegetica, tende così a mettere in discussione un’immagine divistica – costruita, ad esempio, sulla scorta dei film in costume della fine degli anni Trenta – nella quale l’artista, già a partire dagli anni Cinquanta, mostra di non riconoscersi fino in fondo. L’atto della recitazione, insieme ad alcune componenti della ‘grammatica’ stessa della performance così come sono state teorizzate e sintetizzate da Dyer in «espressione del volto; voce, gesti […]; postura […]; movimenti del corpo», entrano dunque a far parte delle architetture narratologiche, generando produzioni di senso e livelli interpretativi che si completano solo in forza di uno sguardo aperto alla visualità e a una connaturata dimensione performativa, ma che trovano nella letteratura la loro ragione d’essere. A partire da tali premesse, il contributo intende tracciare, sulla base di una lettura condotta ‘between media’, un’analisi delle prove narrative dell’attrice-scrittrice che presentano, nei riferimenti al cinema, una spiccata matrice metatestuale – in particolare i Coetanei (1955), ma anche il romanzo Storia di una donna bella (1970) e l’opera più matura Ho visto partire il tuo treno (1992) – e, parallelamente, un’indagine sui film citati e reinterpretati dalla voce narrante, ovvero da una soggettività che viene ogni volta rielaborata ed espressa attraverso la scrittura finzionale o la prosa autobiografica.

Pagine di performance: la recitazione di Elsa de’ Giorgi nei testi letterari dell’attrice-scrittrice

Corinne Pontillo
2021-01-01

Abstract

Within a series of narrative works, Elsa de’ Giorgi proposes a focus on her cinematographic acting experience. With an integration between themes related to performance and diegetic dimension, the author tends to question a star image in which she seems not to fully recognize herself. Acting – together with some components of the ‘grammar’ of the performance as they have been theorized by Dyer in «facial expression; voice, gestures […]; posture […]; body movements» – become therefore part of the narration, generating meanings and interpretative levels open to visuality and to a performative dimension, but still related to literature. Starting from this premises, on the basis of a reading developed ‘between media’, the contribution will focus on the actress-writer’s narrative works that present movie references and a metatextual component: in particular I coetanei (1955), but also the novel Storia di una donna bella (1970) and the more mature work Ho visto partire il tuo treno (1992). In parallel, it proposes an observation of the movies mentioned and reinterpreted by narrator, namely by a subjectivity that is re-elaborate and expressed through fictional or autobiographical writing.
2021
All’interno di una serie di opere narrative, Elsa de’ Giorgi propone una riflessione sulla sua esperienza attoriale cinematografica e, integrandone i nuclei tematici con la tessitura diegetica, tende così a mettere in discussione un’immagine divistica – costruita, ad esempio, sulla scorta dei film in costume della fine degli anni Trenta – nella quale l’artista, già a partire dagli anni Cinquanta, mostra di non riconoscersi fino in fondo. L’atto della recitazione, insieme ad alcune componenti della ‘grammatica’ stessa della performance così come sono state teorizzate e sintetizzate da Dyer in «espressione del volto; voce, gesti […]; postura […]; movimenti del corpo», entrano dunque a far parte delle architetture narratologiche, generando produzioni di senso e livelli interpretativi che si completano solo in forza di uno sguardo aperto alla visualità e a una connaturata dimensione performativa, ma che trovano nella letteratura la loro ragione d’essere. A partire da tali premesse, il contributo intende tracciare, sulla base di una lettura condotta ‘between media’, un’analisi delle prove narrative dell’attrice-scrittrice che presentano, nei riferimenti al cinema, una spiccata matrice metatestuale – in particolare i Coetanei (1955), ma anche il romanzo Storia di una donna bella (1970) e l’opera più matura Ho visto partire il tuo treno (1992) – e, parallelamente, un’indagine sui film citati e reinterpretati dalla voce narrante, ovvero da una soggettività che viene ogni volta rielaborata ed espressa attraverso la scrittura finzionale o la prosa autobiografica.
Elsa de' Giorgi, letteratura, performance, divagrafia, I coetanei
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/541007
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