We examine the contribution of ancient coastal and underwater topography in the documentation and interpretation of the image transmitted by iconography of Roman ports. The ports had a strong building impulse in the imperial age, for logistical and political reasons, allowed by technical and engineering advances. Perhaps precisely because of this development, they also became a popular iconographic theme. Images of ports represent an important source for understanding this peculiar monumental class; but, as other buildings, they can assume effective topographical recognition only thanks to the concomitant exegesis of literary sources and archaeological remains, aerial and submerged. The complexity of the themes and infrastructural and monumental realities was such as to pose from time to time exhibition problems of not easy solution, the outcome of which reveals the conflicts between reality and its representation. It seems plausible that there has been a reciprocal influence between official communication and private artistic forms. The first had to identify effective ways of transmitting messages relating to safety of sailing and Annona, using images, probably taken from private illustrations, which did not require a realistic drafting, but had to have an evocative power of immediate reception («what is, but also what can be», writes Vitruvius). Those same stylistic features were adopted by the commercial class that gravitated to the Annona flow, which used them in their own forms of communication

Si prende in esame il contributo della topografia antica litoranea e subacquea nella documentazione e nell’interpretazione dell’ immagine trasmessa dall’iconografia degli impianti portuali di età romana. I porti ebbero in età imperiale un forte impulso edilizio, per motivazioni logistiche e politiche, consentito dagli avanzamenti tecnici e ingegneristici. Forse proprio per questo sviluppo, essi divennero anche un frequentato tema iconografico. Le immagini di porti rappresentano un’importante fonte per la comprensione di questa peculiare classe monumentale; ma, come per tutti gli altri edifici, esse possono assumere un’effettiva riconoscibilità topografica solo grazie alla concomitante esegesi delle fonti letterarie e dei resti archeologici, aerei e sommersi. La complessità dei temi e delle realtà infrastrutturali e monumentali era tale da porre di volta in volta problemi espositivi di non facile soluzione, il cui esito lascia trasparire i conflitti fra la realtà e la sua rappresentazione. Appare plausibile che tra la comunicazione ufficiale e le forme artistiche private ci sia stata una reciproca influenza. La prima ha dovuto individuare modi efficaci di trasmettere messaggi relativi alla sicurezza marittima e annonaria, usando immagini, probabilmente tratte da illustrazioni private, che non richiedevano una redazione veristica, ma dovevano avere un potere evocativo di immediata recezione («ciò che è, ma anche ciò che può essere», scrive Vitruvio). Quegli stessi stilemi vennero fatti propri dal ceto commerciale che gravitava sul flusso annonario, che li impiegò nelle proprie forme di comunicazione.

Iconografia portuale romana. Note di topografia antica litoranea

enrico felici
2022-01-01

Abstract

We examine the contribution of ancient coastal and underwater topography in the documentation and interpretation of the image transmitted by iconography of Roman ports. The ports had a strong building impulse in the imperial age, for logistical and political reasons, allowed by technical and engineering advances. Perhaps precisely because of this development, they also became a popular iconographic theme. Images of ports represent an important source for understanding this peculiar monumental class; but, as other buildings, they can assume effective topographical recognition only thanks to the concomitant exegesis of literary sources and archaeological remains, aerial and submerged. The complexity of the themes and infrastructural and monumental realities was such as to pose from time to time exhibition problems of not easy solution, the outcome of which reveals the conflicts between reality and its representation. It seems plausible that there has been a reciprocal influence between official communication and private artistic forms. The first had to identify effective ways of transmitting messages relating to safety of sailing and Annona, using images, probably taken from private illustrations, which did not require a realistic drafting, but had to have an evocative power of immediate reception («what is, but also what can be», writes Vitruvius). Those same stylistic features were adopted by the commercial class that gravitated to the Annona flow, which used them in their own forms of communication
2022
Si prende in esame il contributo della topografia antica litoranea e subacquea nella documentazione e nell’interpretazione dell’ immagine trasmessa dall’iconografia degli impianti portuali di età romana. I porti ebbero in età imperiale un forte impulso edilizio, per motivazioni logistiche e politiche, consentito dagli avanzamenti tecnici e ingegneristici. Forse proprio per questo sviluppo, essi divennero anche un frequentato tema iconografico. Le immagini di porti rappresentano un’importante fonte per la comprensione di questa peculiare classe monumentale; ma, come per tutti gli altri edifici, esse possono assumere un’effettiva riconoscibilità topografica solo grazie alla concomitante esegesi delle fonti letterarie e dei resti archeologici, aerei e sommersi. La complessità dei temi e delle realtà infrastrutturali e monumentali era tale da porre di volta in volta problemi espositivi di non facile soluzione, il cui esito lascia trasparire i conflitti fra la realtà e la sua rappresentazione. Appare plausibile che tra la comunicazione ufficiale e le forme artistiche private ci sia stata una reciproca influenza. La prima ha dovuto individuare modi efficaci di trasmettere messaggi relativi alla sicurezza marittima e annonaria, usando immagini, probabilmente tratte da illustrazioni private, che non richiedevano una redazione veristica, ma dovevano avere un potere evocativo di immediata recezione («ciò che è, ma anche ciò che può essere», scrive Vitruvio). Quegli stessi stilemi vennero fatti propri dal ceto commerciale che gravitava sul flusso annonario, che li impiegò nelle proprie forme di comunicazione.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/548702
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact