Tanto la letteratura quanto gli studi linguistici e sociologici si trovano, oggi, esplicitamente coinvolti nella riscoperta di uno sguardo plurimo che traduce la polisemia del concetto di lingue, identità, e memoria secondo un’ottica che non può che essere «complessa», nell’accezione di «complessità» formulata dal filosofo francese Edgar Morin. Da qui, la necessità di percorsi interculturali e transdisciplinari nuovi che si occupino della «migrazione» come macro-area ricca di in-between spaces e frontiere capaci di disgregare le logiche lineari dell’appartenenza etnica, religiosa e linguistico-culturale; da qui la possibilità di attingere a piene mani ad una periferia che diviene centro, ad un’incompletezza cui – lontano dagli standard e dal mainstream – spetta il compito di ricomporre la paradossale disgregazione prodotta dalla globalizzazione. Ad accompagnare il nostro percorso saranno il nietzschiano «viaggiatore senza fissa dimora», il deleuziano «nomade del pensiero» e il «viandante-marrano» di Morin, epigoni moderni dello spirito di Ulisse, il cui errare «rappresenta l’errare dell’umanità».
Translating Sicily: food, memories, identity. L’universo narrativo di Simonetta Agnello Hornby
Di Gregorio G
2017-01-01
Abstract
Tanto la letteratura quanto gli studi linguistici e sociologici si trovano, oggi, esplicitamente coinvolti nella riscoperta di uno sguardo plurimo che traduce la polisemia del concetto di lingue, identità, e memoria secondo un’ottica che non può che essere «complessa», nell’accezione di «complessità» formulata dal filosofo francese Edgar Morin. Da qui, la necessità di percorsi interculturali e transdisciplinari nuovi che si occupino della «migrazione» come macro-area ricca di in-between spaces e frontiere capaci di disgregare le logiche lineari dell’appartenenza etnica, religiosa e linguistico-culturale; da qui la possibilità di attingere a piene mani ad una periferia che diviene centro, ad un’incompletezza cui – lontano dagli standard e dal mainstream – spetta il compito di ricomporre la paradossale disgregazione prodotta dalla globalizzazione. Ad accompagnare il nostro percorso saranno il nietzschiano «viaggiatore senza fissa dimora», il deleuziano «nomade del pensiero» e il «viandante-marrano» di Morin, epigoni moderni dello spirito di Ulisse, il cui errare «rappresenta l’errare dell’umanità».I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.