La quasi totalità delle fabbriche medievali è oggi caratterizzata dalla mancata corrispondenza tra la spazialità odierna e quella originaria, alterata in seguito ai dettami del Concilio di Trento – nonostante la tendenza alla liberazione della navata sia addirittura precedente – e successivamente dai restauri ‘puristici’ otto-novecenteschi. Sebbene Santa Maria Maggiore non sia esente da questa problematica, le fonti testuali, la ricerca iconografica e l’indagine autoptica sul monumento hanno egualmente consentito un’attendibile ricostruzione dell’immagine interna che, oggetto del presente contributo, nega quell’unità visiva dello spazio oggi percepibile.

L’architettura come spazio per la liturgia: l’interno di Santa Maria Maggiore a Ferentino alla fine del Duecento

Emanuele Gallotta
2019-01-01

Abstract

La quasi totalità delle fabbriche medievali è oggi caratterizzata dalla mancata corrispondenza tra la spazialità odierna e quella originaria, alterata in seguito ai dettami del Concilio di Trento – nonostante la tendenza alla liberazione della navata sia addirittura precedente – e successivamente dai restauri ‘puristici’ otto-novecenteschi. Sebbene Santa Maria Maggiore non sia esente da questa problematica, le fonti testuali, la ricerca iconografica e l’indagine autoptica sul monumento hanno egualmente consentito un’attendibile ricostruzione dell’immagine interna che, oggetto del presente contributo, nega quell’unità visiva dello spazio oggi percepibile.
2019
architettura medievale, Duecento, Ferentino, Lazio meridionale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/556542
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