Dopo molteplici sollecitazioni e con estremo ritardo, il legislatore ha ridisegnato, lungo traiettorie che imponevano di rimodulare in “relativa” la presunzione di pericolosità “assoluta” attribuita al condannato non collaborante, il regime delle preclusioni penitenziarie. Le scelte adottate, però, sembrano maggiormente ispirate dall’esigenza di preservare il complessivo impianto di rigore e non da quella di rimodularlo secondo le indicazioni provenienti dalla Corte costituzionale.

Tanto tuonò che non piovve: la logica conservativa nella riscrittura delle preclusioni penitenziarie

F. Siracusano
2023-01-01

Abstract

Dopo molteplici sollecitazioni e con estremo ritardo, il legislatore ha ridisegnato, lungo traiettorie che imponevano di rimodulare in “relativa” la presunzione di pericolosità “assoluta” attribuita al condannato non collaborante, il regime delle preclusioni penitenziarie. Le scelte adottate, però, sembrano maggiormente ispirate dall’esigenza di preservare il complessivo impianto di rigore e non da quella di rimodularlo secondo le indicazioni provenienti dalla Corte costituzionale.
2023
pena, carcere, preclusione, collaborazione, pericolosità
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/556562
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