Si tratta di uno studio linguistico che procede da un’opera di letteratura minore o, forse, anche appartata, rappresentata da Bellarrosa: Uomo serio! storia “minima” e forse anche storia intima pubblicata nel 1936, da Vincenzo De Simone (1879-1942), meglio noto come poeta in dia-letto, originario di Villarosa, un piccolo centro siciliano in provincia di Enna. Storia minima, ma storia certamente utile a chi – come scriverà Bufalino (1982, p. 21) per il suo Museo d’ombre – «nella polvere degli scaffali non cerca solo i testi senza tempo dei poeti supremi, ma fiuta il calore residuo delle esistenze che furono, le pedate furtive della storia minore, quasi sempre più maestra d’ogni altra», tanto più se tale storia proviene da chi, come De Simone, può scrivere di sé: «di tutto mi sono sempre dilettato nella mia vita specialmente paesana». Della scrittura desimoniana sono stati qui studiati più livelli: a) quel-lo del DIALETTO, necessariamente presente, soprattutto quando la lingua non soccorre alle necessità di comunicare e di esprimere le realtà loca-li; b) quello dell’ITALIANO REGIONALE, spesso locale, nella misura in cui il dono (o prestito che dir si voglia) proveniente dal dialetto viene acquisito alla lingua e a questa morfologicamente e strutturalmente adattato; c) quello stesso della LINGUA, per coglierne l’uso particolare, spesso elevato e letterario, e la stessa creatività interna – distinta da quella esterna, nella quale si manifesta la regionalità –, soprattutto quando l’autore è colto ed è abituato a plasmarla, la lingua, essendo poeta originale, come lo è, in siciliano, Vincenzo De Simone.

“Bellarrosa: Uomo serio!”: italiano regionale e italiano locale nella prosa letteraria di Vincenzo De Simone (1879-1942).

VALENTI, IRIDE MARIANITA;
2014-01-01

Abstract

Si tratta di uno studio linguistico che procede da un’opera di letteratura minore o, forse, anche appartata, rappresentata da Bellarrosa: Uomo serio! storia “minima” e forse anche storia intima pubblicata nel 1936, da Vincenzo De Simone (1879-1942), meglio noto come poeta in dia-letto, originario di Villarosa, un piccolo centro siciliano in provincia di Enna. Storia minima, ma storia certamente utile a chi – come scriverà Bufalino (1982, p. 21) per il suo Museo d’ombre – «nella polvere degli scaffali non cerca solo i testi senza tempo dei poeti supremi, ma fiuta il calore residuo delle esistenze che furono, le pedate furtive della storia minore, quasi sempre più maestra d’ogni altra», tanto più se tale storia proviene da chi, come De Simone, può scrivere di sé: «di tutto mi sono sempre dilettato nella mia vita specialmente paesana». Della scrittura desimoniana sono stati qui studiati più livelli: a) quel-lo del DIALETTO, necessariamente presente, soprattutto quando la lingua non soccorre alle necessità di comunicare e di esprimere le realtà loca-li; b) quello dell’ITALIANO REGIONALE, spesso locale, nella misura in cui il dono (o prestito che dir si voglia) proveniente dal dialetto viene acquisito alla lingua e a questa morfologicamente e strutturalmente adattato; c) quello stesso della LINGUA, per coglierne l’uso particolare, spesso elevato e letterario, e la stessa creatività interna – distinta da quella esterna, nella quale si manifesta la regionalità –, soprattutto quando l’autore è colto ed è abituato a plasmarla, la lingua, essendo poeta originale, come lo è, in siciliano, Vincenzo De Simone.
2014
8820458489
Italiano letterario, Italiano regionale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/56165
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