Accanto alle teorie sull’autocura si sono sviluppate nella psicoanalisi contemporanea le ipotesi che il gambling sia una forma di ricerca di un oggetto positivo e di riparazione di relazioni dannose con i genitori o rimaste incompiute. I normali bisogni di dipendenza non si possono realizzare attraverso le relazioni interpersonali, in quanto a questi soggetti manca la capacità di mantenere la costanza dell’oggetto, alla quale viene sostituita l’attività compulsiva di possesso materiale dell’oggetto. La ricerca di un particolare rapporto oggettuale, che si realizza attraverso la concreta attività del giocatore, serve a riparare il “difetto di base” ed a ricostruire e ritrovare un oggetto che svolga le sue funzioni primarie, che cioè sappia attribuire all’individuo una interpretazione personale del senso che ha nella vita ed in tal modo trasformarlo. La ricerca dell’oggetto perfetto non è il risultato di una scissione per cui l’oggetto persecutorio è negato e viene tenuta in primo piano solo una sua parte idealizzata. Il soggetto, invece, riconoscendo una insufficienza nell’esperienza del suo io la rivive continuamente nel gioco, scambiano l’oggetto presente con la memoria del suo passato. Ricerca continuamente l’oggetto perché ne ha bisogno, ha bisogno che compia o porti a termine quel lavoro di trasformazione che lo renda un essere adulto significativo.

Gambling, una lettura psicodinamica

CASTORINA, Salvatore;MENDORLA, Giuseppa
2011-01-01

Abstract

Accanto alle teorie sull’autocura si sono sviluppate nella psicoanalisi contemporanea le ipotesi che il gambling sia una forma di ricerca di un oggetto positivo e di riparazione di relazioni dannose con i genitori o rimaste incompiute. I normali bisogni di dipendenza non si possono realizzare attraverso le relazioni interpersonali, in quanto a questi soggetti manca la capacità di mantenere la costanza dell’oggetto, alla quale viene sostituita l’attività compulsiva di possesso materiale dell’oggetto. La ricerca di un particolare rapporto oggettuale, che si realizza attraverso la concreta attività del giocatore, serve a riparare il “difetto di base” ed a ricostruire e ritrovare un oggetto che svolga le sue funzioni primarie, che cioè sappia attribuire all’individuo una interpretazione personale del senso che ha nella vita ed in tal modo trasformarlo. La ricerca dell’oggetto perfetto non è il risultato di una scissione per cui l’oggetto persecutorio è negato e viene tenuta in primo piano solo una sua parte idealizzata. Il soggetto, invece, riconoscendo una insufficienza nell’esperienza del suo io la rivive continuamente nel gioco, scambiano l’oggetto presente con la memoria del suo passato. Ricerca continuamente l’oggetto perché ne ha bisogno, ha bisogno che compia o porti a termine quel lavoro di trasformazione che lo renda un essere adulto significativo.
2011
9788877965684
Gambling patologico; Dipendenza; Difetto di base
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/56868
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