Sintetizzando al massimo e semplificando i risultati della nostra ricerca possiamo dire che nelle sale-gioco abbiamo trovato due costellazioni di giocatori patologici, la prima include i soggetti depressi, “Non Sensation Seeking”. Scelgono giochi di più facile e immediata realizzazione anche perché sono i soggetti più anziani, sono alla ricerca di nuove esperienze sociali che diano loro quel senso di sicurezza e di stabilità che la famiglia non riesce a dare (“Sono particolarmente agitato in famiglia). La seconda include coloro che fanno uso di alcol, droghe e gioco come strumento di eccitazione, sono i soggetti più giovani e “Sensation Seeking”. Abbiamo trovato indicazioni circa una relazione fra gioco patologico, sensation seeking e sentimenti depressivi. In alcuni soggetti, specialmente negli scommettitori più giovani e giovanissimi, l’eccitazione ha lo scopo di risolvere lo stato depressivo attraverso difese maniacali e oggetti concreti (il gioco) che lo negano. In questo caso la depressione non emerge perché è negata e sostituita dall’attività o dalle sostanze eccitatorie. Il gioco d’azzardo è la via breve alla riconquista dell’oggetto perduto ed un antidoto per i sentimenti di insufficienza e scarso valore personale. Il giocatore tenta di riprendersi l’oggetto bypassando tutte le penose tappe intermedie di lavoro del lutto e lo fa con un salto magico, il colpo, o i colpi di Fortuna, ma in realtà persegue l’obbiettivo masochistico ed autopunitivo di accentuare le sue perdite e rendere insanabili le sue sconfitte. Si reinnesca in tal modo la motivazione che ha indotto il soggetto a trovare rifugio nel gioco. In altri giocatori patologici, in genere i più anziani che utilizzano meno o non hanno a disposizione difese maniacali, i sentimenti depressivi sono più scoperti. Per i soggetti di questo gruppo è più importante l’ambiente di gioco, la sala-scommesse, perché offre loro la protezione di un minimo di sostegno e di solidarietà di gruppo. Il gioco ha la funzione di sostenere la speranza di risarcimento per una identità, forse marginale e di rassicurare per i timori di un futuro incerto (“Win for Life”).

Socialità e patologia nelle sale da gioco

CASTORINA, Salvatore;MENDORLA, Giuseppa;
2011-01-01

Abstract

Sintetizzando al massimo e semplificando i risultati della nostra ricerca possiamo dire che nelle sale-gioco abbiamo trovato due costellazioni di giocatori patologici, la prima include i soggetti depressi, “Non Sensation Seeking”. Scelgono giochi di più facile e immediata realizzazione anche perché sono i soggetti più anziani, sono alla ricerca di nuove esperienze sociali che diano loro quel senso di sicurezza e di stabilità che la famiglia non riesce a dare (“Sono particolarmente agitato in famiglia). La seconda include coloro che fanno uso di alcol, droghe e gioco come strumento di eccitazione, sono i soggetti più giovani e “Sensation Seeking”. Abbiamo trovato indicazioni circa una relazione fra gioco patologico, sensation seeking e sentimenti depressivi. In alcuni soggetti, specialmente negli scommettitori più giovani e giovanissimi, l’eccitazione ha lo scopo di risolvere lo stato depressivo attraverso difese maniacali e oggetti concreti (il gioco) che lo negano. In questo caso la depressione non emerge perché è negata e sostituita dall’attività o dalle sostanze eccitatorie. Il gioco d’azzardo è la via breve alla riconquista dell’oggetto perduto ed un antidoto per i sentimenti di insufficienza e scarso valore personale. Il giocatore tenta di riprendersi l’oggetto bypassando tutte le penose tappe intermedie di lavoro del lutto e lo fa con un salto magico, il colpo, o i colpi di Fortuna, ma in realtà persegue l’obbiettivo masochistico ed autopunitivo di accentuare le sue perdite e rendere insanabili le sue sconfitte. Si reinnesca in tal modo la motivazione che ha indotto il soggetto a trovare rifugio nel gioco. In altri giocatori patologici, in genere i più anziani che utilizzano meno o non hanno a disposizione difese maniacali, i sentimenti depressivi sono più scoperti. Per i soggetti di questo gruppo è più importante l’ambiente di gioco, la sala-scommesse, perché offre loro la protezione di un minimo di sostegno e di solidarietà di gruppo. Il gioco ha la funzione di sostenere la speranza di risarcimento per una identità, forse marginale e di rassicurare per i timori di un futuro incerto (“Win for Life”).
2011
9788877965684
GAMBLING PATOLOG.; DIPENDENZA; SENSATION SEEKING
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/56924
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