The “voluntary judicial supervision” of companies that can occasionally facilitate certain criminal interests (art. 34-bis, par. 6 a.m.c.) is the first asset prevention measure applicable at the request of the company itself, if the latter has been subjected to an interdicting provision of the Prefecture and has already opposed it before the administrative judge. The application of the abovementioned measure suspends the effects of the interdicting provision, allowing the company to operate again in the market under the “prescriptive supervision” of the tribunal. Nevertheless, the inadequate legal regulation, in the absence of rules of connection with the anti-mafia administrative documentation system, has generated many interpretative doubts and related application problems, some of which resolved by jurisprudence. A rationalization of the legislation in question, on the one hand, seems necessary to make the most of a very innovative and useful instrument, through which the State can fight “in the bud” the criminal presence in the lawful economy, without taking management away from private owners; on the other hand, it may also be an opportunity to rethink also the administrative prevention system in a more “guaranteed” way.

Il controllo giudiziario volontario delle imprese che possono occasionalmente agevolare determinati interessi criminali (art. 34-bis, co. 6 c.a.m.) è la prima misura di prevenzione patrimoniale che viene disposta su richiesta della stessa impresa, ove questa sia stata destinataria di informazione interdittiva della Prefettura e l’abbia già impugnata dinanzi al G.A. La sua applicazione sospende gli effetti dell’interdittiva, consentendo all’impresa di tornare ad operare nel mercato sotto la “vigilanza prescrittiva” del tribunale. La scarna disciplina legale, in assenza di disposizioni di raccordo con il sistema della documentazione amministrativa antimafia, ha generato svariati dubbi interpretativi e connessi problemi applicativi, alcuni dei quali risolti dalla giurisprudenza. Una razionalizzazione della normativa in questione, da un lato, risulta necessaria per valorizzare al meglio un istituto attraverso il quale lo Stato può combattere “sul nascere” l’infiltrazione criminale nell’economia, senza sottrarre la gestione ai privati titolari; dall’altro, può essere l’occasione per ripensare in senso più “garantista” anche il sistema della prevenzione amministrativa.

Prevenzione patrimoniale al crocevia tra giudice penale e prefettura: lo “strano caso” del controllo giudiziario volontario

P. S. Maglione
2021-01-01

Abstract

The “voluntary judicial supervision” of companies that can occasionally facilitate certain criminal interests (art. 34-bis, par. 6 a.m.c.) is the first asset prevention measure applicable at the request of the company itself, if the latter has been subjected to an interdicting provision of the Prefecture and has already opposed it before the administrative judge. The application of the abovementioned measure suspends the effects of the interdicting provision, allowing the company to operate again in the market under the “prescriptive supervision” of the tribunal. Nevertheless, the inadequate legal regulation, in the absence of rules of connection with the anti-mafia administrative documentation system, has generated many interpretative doubts and related application problems, some of which resolved by jurisprudence. A rationalization of the legislation in question, on the one hand, seems necessary to make the most of a very innovative and useful instrument, through which the State can fight “in the bud” the criminal presence in the lawful economy, without taking management away from private owners; on the other hand, it may also be an opportunity to rethink also the administrative prevention system in a more “guaranteed” way.
2021
Il controllo giudiziario volontario delle imprese che possono occasionalmente agevolare determinati interessi criminali (art. 34-bis, co. 6 c.a.m.) è la prima misura di prevenzione patrimoniale che viene disposta su richiesta della stessa impresa, ove questa sia stata destinataria di informazione interdittiva della Prefettura e l’abbia già impugnata dinanzi al G.A. La sua applicazione sospende gli effetti dell’interdittiva, consentendo all’impresa di tornare ad operare nel mercato sotto la “vigilanza prescrittiva” del tribunale. La scarna disciplina legale, in assenza di disposizioni di raccordo con il sistema della documentazione amministrativa antimafia, ha generato svariati dubbi interpretativi e connessi problemi applicativi, alcuni dei quali risolti dalla giurisprudenza. Una razionalizzazione della normativa in questione, da un lato, risulta necessaria per valorizzare al meglio un istituto attraverso il quale lo Stato può combattere “sul nascere” l’infiltrazione criminale nell’economia, senza sottrarre la gestione ai privati titolari; dall’altro, può essere l’occasione per ripensare in senso più “garantista” anche il sistema della prevenzione amministrativa.
controllo giudiziario volontario; informazioni antimafia interdittive; prevenzione patrimoniale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/570911
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