L’impiego di sottoprodotti agro-alimentari in alimentazione animale è una pratica antica, principalmente atta, ieri come oggi, a contenere i costi di produzione. Essa rappresenta anche la strategia più semplice per il re-impiego di tali biomasse, evidenziando il ruolo strategico degli animali domestici nell’economia circolare. Infatti, le politiche europee e nazionali di riduzione dell’impatto ambientale e della competizione con gli alimenti destinati all’uomo suggeriscono l’inclusione di sottoprodotti nella dieta della bovina da latte, strategia che consente di cogliere opportunità in termini di reperimento di nutrienti a costi competitivi, seppur continuino a persistere limiti nell’utilizzo dei sottoprodotti dovuti a disponibilità e conservabilità nel tempo uniformità di composizione. In ambito zootecnico non viene suggerita una classificazione dei sottoprodotti univoca e consolidata; gli autori che ne fanno una descrizione dettagliata, utilizzano criteri diversi, in alcuni casi enfatizzando il sistema produttivo di provenienza in altri le caratteristiche nutritive. Tuttavia, sarebbe opportuno considerare i sottoprodotti anche come co-prodotti della produzione principale allocarli economicamente in funzione del loro valore rispetto alla produzione destinata al consumo umano. I sottoprodotti con un valore <25% della produzione principale (es. pannello di palmisti) hanno anche un minore potenziale di utilizzo come mangimi, ad esempio, a causa del contenuto troppo elevato di sostanze indesiderate. Potenzialmente più elevato per utilizzo come mangimi è posseduto, invece, dai sottoprodotti con un valore tra 25-50% (es. crusca di grano) o >50% (es. pannello di soia). Inoltre, pur essendo ampiamente utilizzati in ambito zootecnico, i sottoprodotti non sono ancora del tutto regolamentati dal punto di vista normativo (Dm n.264/2016).
Sottoprodotti nella dieta della bovina da latte
Anna De Angelis;
2023-01-01
Abstract
L’impiego di sottoprodotti agro-alimentari in alimentazione animale è una pratica antica, principalmente atta, ieri come oggi, a contenere i costi di produzione. Essa rappresenta anche la strategia più semplice per il re-impiego di tali biomasse, evidenziando il ruolo strategico degli animali domestici nell’economia circolare. Infatti, le politiche europee e nazionali di riduzione dell’impatto ambientale e della competizione con gli alimenti destinati all’uomo suggeriscono l’inclusione di sottoprodotti nella dieta della bovina da latte, strategia che consente di cogliere opportunità in termini di reperimento di nutrienti a costi competitivi, seppur continuino a persistere limiti nell’utilizzo dei sottoprodotti dovuti a disponibilità e conservabilità nel tempo uniformità di composizione. In ambito zootecnico non viene suggerita una classificazione dei sottoprodotti univoca e consolidata; gli autori che ne fanno una descrizione dettagliata, utilizzano criteri diversi, in alcuni casi enfatizzando il sistema produttivo di provenienza in altri le caratteristiche nutritive. Tuttavia, sarebbe opportuno considerare i sottoprodotti anche come co-prodotti della produzione principale allocarli economicamente in funzione del loro valore rispetto alla produzione destinata al consumo umano. I sottoprodotti con un valore <25% della produzione principale (es. pannello di palmisti) hanno anche un minore potenziale di utilizzo come mangimi, ad esempio, a causa del contenuto troppo elevato di sostanze indesiderate. Potenzialmente più elevato per utilizzo come mangimi è posseduto, invece, dai sottoprodotti con un valore tra 25-50% (es. crusca di grano) o >50% (es. pannello di soia). Inoltre, pur essendo ampiamente utilizzati in ambito zootecnico, i sottoprodotti non sono ancora del tutto regolamentati dal punto di vista normativo (Dm n.264/2016).File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
IZ 20.2023, articolo Sottoprodotti... (1).pdf
solo gestori archivio
Tipologia:
Versione Editoriale (PDF)
Licenza:
NON PUBBLICO - Accesso privato/ristretto
Dimensione
882.58 kB
Formato
Adobe PDF
|
882.58 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.