La Calabria nei secoli in cui ha fatto parte dell’impero bizantino è stata un’area di confine, ma alle autorità di Costantinopoli non è mai sfuggita la sua importanza geopolitica e strategica nel cuore del Mediterraneo. Dinanzi alla presenza araba affermatasi in Sicilia, la Calabria è stata oggetto di opere di fortificazioni, miranti alla difesa dei territori. In questo caso la difesa ha riguardato l’area lametina e dell’istmo, con la fondazione di Neocastro (nel IX secolo) e di Catanzaro (XI secolo), ma parimenti fu fortificata l’area di Reggio, di fronte alla Sicilia araba, terra da cui provenivano spesso assalti e incursioni, ma con cui erano stretti i rapporti commerciali e culturali. Ne esce un quadro per certi aspetti diverso dalla visione che vuole la Calabria abbandonata al suo destino da un potere centrale – quello costantinopolitano – distratto e inerte. In realtà, i Bizantini, durante il loro dominio in Calabria, avevano saputo puntare sulle ricchezze della regione, sulle risorse agricole e sulle ricchezze minerarie, adeguatamente sfruttate e difese, come ha dimostrato anche l’indagine archeologica.
L’AREA DELL’ISTMO LAMETINO IN ETÀ BIZANTINA (SECOLI VII-XI): CROCEVIA DI POPOLI E DI CULTURE
Gioacchino Strano
2023-01-01
Abstract
La Calabria nei secoli in cui ha fatto parte dell’impero bizantino è stata un’area di confine, ma alle autorità di Costantinopoli non è mai sfuggita la sua importanza geopolitica e strategica nel cuore del Mediterraneo. Dinanzi alla presenza araba affermatasi in Sicilia, la Calabria è stata oggetto di opere di fortificazioni, miranti alla difesa dei territori. In questo caso la difesa ha riguardato l’area lametina e dell’istmo, con la fondazione di Neocastro (nel IX secolo) e di Catanzaro (XI secolo), ma parimenti fu fortificata l’area di Reggio, di fronte alla Sicilia araba, terra da cui provenivano spesso assalti e incursioni, ma con cui erano stretti i rapporti commerciali e culturali. Ne esce un quadro per certi aspetti diverso dalla visione che vuole la Calabria abbandonata al suo destino da un potere centrale – quello costantinopolitano – distratto e inerte. In realtà, i Bizantini, durante il loro dominio in Calabria, avevano saputo puntare sulle ricchezze della regione, sulle risorse agricole e sulle ricchezze minerarie, adeguatamente sfruttate e difese, come ha dimostrato anche l’indagine archeologica.File | Dimensione | Formato | |
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