Da anni assistiamo in Italia ad un reverdissement di studi pascaliani, un reverdissement che si collega ad un nuovo bisogno culturale di "revisione critica", o, per meglio dire, alla necessità di accostarsi al pensatore di Clermont-Ferrand, attraverso una nuova predisposizione culturale che intende lasciarsi alle spalle non solo la visione tragica di Lucien Goldmann, ma anche quella "antiumanista" delineata da Augusto Del Noce, per poi respingere quella sorta di "vulgata" riduzionistica che per tanti anni ha appiattito Pascal esclusivamente sul piano dello scetticismo, dell'irrazionalismo e del misticismo religioso. Da qui, l'attenzione verso quel filone critico che rivendica l’unità nello svolgimento del pensiero pascaliano, ponendo in rilievo gli elementi di continuità che intercorrono fra il Pascal scienziato e il Pascal cristiano, e mettendo così in crisi la tesi che attribuisce l'etichetta di irrazionalismo alla filosofia pascaliana. Così, muovendo da una riflessione critica sugli studi che mettono in risalto l'indubitabile valore delle opere scientifiche pascaliane, senza l'analisi delle quali non si potrebbe comprendere il volto autentico del pensatore di Clermont-Ferrand, si è fatto ricorso agli studi che trattano il pensiero politico pascaliano, i quali prendono le mosse da un Pascal «critico della ragion politica», per giungere alla definizione di un Pascal che «individua le prospettive di una politica possibile e buona». Infine, passando in rassegna gli studi che mettono in luce il valore dell'etica pascaliana, si è posta l'attenzione sull'importanza della morale pascaliana - obiettivo finale delle Pensées, - da cui non si può prescindere ogni qual volta si analizzi un aspetto, sia filosofico sia scientifico, del pensiero pascaliano.

Pascal en Italie: une décennie d'études

ROMEO, MARIA VITA
2005-01-01

Abstract

Da anni assistiamo in Italia ad un reverdissement di studi pascaliani, un reverdissement che si collega ad un nuovo bisogno culturale di "revisione critica", o, per meglio dire, alla necessità di accostarsi al pensatore di Clermont-Ferrand, attraverso una nuova predisposizione culturale che intende lasciarsi alle spalle non solo la visione tragica di Lucien Goldmann, ma anche quella "antiumanista" delineata da Augusto Del Noce, per poi respingere quella sorta di "vulgata" riduzionistica che per tanti anni ha appiattito Pascal esclusivamente sul piano dello scetticismo, dell'irrazionalismo e del misticismo religioso. Da qui, l'attenzione verso quel filone critico che rivendica l’unità nello svolgimento del pensiero pascaliano, ponendo in rilievo gli elementi di continuità che intercorrono fra il Pascal scienziato e il Pascal cristiano, e mettendo così in crisi la tesi che attribuisce l'etichetta di irrazionalismo alla filosofia pascaliana. Così, muovendo da una riflessione critica sugli studi che mettono in risalto l'indubitabile valore delle opere scientifiche pascaliane, senza l'analisi delle quali non si potrebbe comprendere il volto autentico del pensatore di Clermont-Ferrand, si è fatto ricorso agli studi che trattano il pensiero politico pascaliano, i quali prendono le mosse da un Pascal «critico della ragion politica», per giungere alla definizione di un Pascal che «individua le prospettive di una politica possibile e buona». Infine, passando in rassegna gli studi che mettono in luce il valore dell'etica pascaliana, si è posta l'attenzione sull'importanza della morale pascaliana - obiettivo finale delle Pensées, - da cui non si può prescindere ogni qual volta si analizzi un aspetto, sia filosofico sia scientifico, del pensiero pascaliano.
2005
science; politique; ethique
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/5901
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