Tenendo conto del fervore religioso e spirituale che anima il giovane Montale fra le aspre rocce di Monterosso, l’autore ha tentato una rilettura di Mediterraneo come momento primo di distacco dal trascendente. In questo contesto il Mediterraneo sarebbe la rappresentazione anti-cristologica del divino, Padre-Figlio condensati che intraprendono un impari lotta con l’uomo, infine rilegato a quella landa desolata che è la terra, infine costretto alla propria individualità come unico mezzo di conoscenza.

Un primo distacco dal trascendente. "Mediterraneo" come fine dell'infanzia monterossina

Giuseppe Zappala
2016-01-01

Abstract

Tenendo conto del fervore religioso e spirituale che anima il giovane Montale fra le aspre rocce di Monterosso, l’autore ha tentato una rilettura di Mediterraneo come momento primo di distacco dal trascendente. In questo contesto il Mediterraneo sarebbe la rappresentazione anti-cristologica del divino, Padre-Figlio condensati che intraprendono un impari lotta con l’uomo, infine rilegato a quella landa desolata che è la terra, infine costretto alla propria individualità come unico mezzo di conoscenza.
2016
Eugenio Montale, influenze filosofiche, Ossi di seppia.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/599311
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