Francesco De Sanctis affida al frammento autobiografico "Memorie", pubblicato postumo da Pasquale Villari nel 1889 con il titolo "La giovinezza", il ritratto di sé come un giovane «uso alla vita interiore», al quale il mondo «passava innanzi come una fantasmagoria» e che guardava alle cose non nella loro realtà, ma secondo la disposizione della propria mente. Un autoritratto che si direbbe a posteriori inverosimile per un «uomo totale» che alternò alla missione di insegnante un’intensa attività politica, convinto che la letteratura fosse il punto di partenza per la codificazione del canone identitario, con il compito morale e civile di istruire e formare gli Italiani. A partire dai ricordi della giovinezza di una figura rivoluzionaria come quella di Francesco De Sanctis, si intende allora riflettere sull’apparente paradosso di uno «stato solitario dell’anima»: non sinonimo di estraniazione di uno spirito eletto, ma motore della incessante ricerca di uno scopo e della dedizione alle «occupazioni» che avrebbero accompagnato l’elaborazione di una concezione militante della critica e della storiografia, ancorata alle «situazioni» reali, concrete e collettive.

Una «natura solitaria» tra occupazioni e distrazioni dello spirito: "La giovinezza" di Francesco De Sanctis

Ninna Maria Lucia Martines
2023-01-01

Abstract

Francesco De Sanctis affida al frammento autobiografico "Memorie", pubblicato postumo da Pasquale Villari nel 1889 con il titolo "La giovinezza", il ritratto di sé come un giovane «uso alla vita interiore», al quale il mondo «passava innanzi come una fantasmagoria» e che guardava alle cose non nella loro realtà, ma secondo la disposizione della propria mente. Un autoritratto che si direbbe a posteriori inverosimile per un «uomo totale» che alternò alla missione di insegnante un’intensa attività politica, convinto che la letteratura fosse il punto di partenza per la codificazione del canone identitario, con il compito morale e civile di istruire e formare gli Italiani. A partire dai ricordi della giovinezza di una figura rivoluzionaria come quella di Francesco De Sanctis, si intende allora riflettere sull’apparente paradosso di uno «stato solitario dell’anima»: non sinonimo di estraniazione di uno spirito eletto, ma motore della incessante ricerca di uno scopo e della dedizione alle «occupazioni» che avrebbero accompagnato l’elaborazione di una concezione militante della critica e della storiografia, ancorata alle «situazioni» reali, concrete e collettive.
2023
Francesco De Sanctis, La giovinezza, memorie, natura solitaria, missione morale e civile, letteratura, vita
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/645394
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