L’articolo prende in esame i risultati delle elezioni regionali siciliane nel ventennio 2001-2022 nel quadro delle continuità e discontinuità, che si delineano, a partire dal secondo dopoguerra, nella storia politico-elettorale dell’isola. Un ventennio quello preso in esame che si apre con l’introduzione dell’elezione diretta del Presidente della Regione e un nuovo sistema elettorale, due novità che metteranno alla prova il sistema politico siciliano che entrerà in una transizione politica senza fine. L’affermarsi sulla scena di nuovi attori politici (Movimento per l’Autonomia, Movimento 5 Stelle, Sud chiama Nord) minerà, infatti, l’assetto del sistema politico regionale ed lo stesso sistema “a coalizione dominante”, sistema che viene adesso sfidato da più fronti: non più (e non tanto) dal centrosinistra (che riesce ad affermarsi nel 2012 con Crocetta), ma dal M5S che sfiora il successo nel 2017 con il 34,7% (vs. il 39,9 del candidato del centrodestra) e ancor più, a sorpresa, dal movimento Sud chiama Nord di Cateno de Luca, candidato indipendente alla presidenza della regione, nel 2022. Il contesto siciliano diventa ancora più interessante alla luce delle nuove prove di alleanza sul modello del “campo largo”, un fronte comune, alternativo al centrodestra, che vede in Sicilia assieme a Pd e M5S anche il movimento autonomista ScN di Cateno de Luca.
Una transizione politica senza fine. Il sistema politico siciliano alla prova del voto
Cerruto M.;La Bella M.
2024-01-01
Abstract
L’articolo prende in esame i risultati delle elezioni regionali siciliane nel ventennio 2001-2022 nel quadro delle continuità e discontinuità, che si delineano, a partire dal secondo dopoguerra, nella storia politico-elettorale dell’isola. Un ventennio quello preso in esame che si apre con l’introduzione dell’elezione diretta del Presidente della Regione e un nuovo sistema elettorale, due novità che metteranno alla prova il sistema politico siciliano che entrerà in una transizione politica senza fine. L’affermarsi sulla scena di nuovi attori politici (Movimento per l’Autonomia, Movimento 5 Stelle, Sud chiama Nord) minerà, infatti, l’assetto del sistema politico regionale ed lo stesso sistema “a coalizione dominante”, sistema che viene adesso sfidato da più fronti: non più (e non tanto) dal centrosinistra (che riesce ad affermarsi nel 2012 con Crocetta), ma dal M5S che sfiora il successo nel 2017 con il 34,7% (vs. il 39,9 del candidato del centrodestra) e ancor più, a sorpresa, dal movimento Sud chiama Nord di Cateno de Luca, candidato indipendente alla presidenza della regione, nel 2022. Il contesto siciliano diventa ancora più interessante alla luce delle nuove prove di alleanza sul modello del “campo largo”, un fronte comune, alternativo al centrodestra, che vede in Sicilia assieme a Pd e M5S anche il movimento autonomista ScN di Cateno de Luca.File | Dimensione | Formato | |
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