La corte dei veleni: Nerone, gli archiatri e Locusta, la ‘strega’

Roman women were often associated with poison: already the Romulean laws provided that the husband could repudiate his wife in case of attempted poisoning. In the Republican era, several trials saw them involved and sometimes convicted in large numbers for using venenum against unsuspecting citizens.In the imperial age the relationship between women and venenum took on new and peculiar connotations: an interesting example is the events connected with the death of Emperor Claudius in which protagonists and co-players, principals and material executors took an active part: the Augusta Agrippina, the eunuch Aloto, the archiater Gaius Stertinius Xenophon, but above all Locusta/Lucusta, the “serial” poisoner, destined to play a fundamental role also in the elimination of Britannicus – son of Claudius himself and Messalina – ordered by Nero, who benefited this “witch” ante litteram by granting her impunitas, praedia ampla and even the possibility of having discipuli.

Le donne romane sono state spesso associate al veleno: già le leggi romulee prevedevano che il marito potesse ripudiare la moglie in caso di tentato avvelenamento. In epoca repubblicana diversi sono i processi che le vedono coinvolte e talora condannate in gran numero per aver usato il venenum nei confronti di ignari cittadini. In età imperiale il rapporto donne-veleno assume connotati nuovi e peculiari: un esempio interessante è costituito dai fatti connessi con la morte dell’imperatore Claudio ai quali presero parte attiva protagonisti e comprimari, mandanti ed esecutori materiali: l’Augusta Agrippina, l’eunuco Aloto, l’archiatra Gaio Stertinio Senofonte, ma soprattutto Locusta/Lucusta, avvelenatrice “seriale”, destinata a giocare un ruolo fondamentale anche nell’eliminazione di Britannico – figlio dello stesso Claudio e di Messalina – ordinata da Nerone, il quale beneficò questa “strega” ante litteram concedendole l’impunitas, praedia ampla e persino la possibilità di avere discipuli.