Il settore dei nomi di professione e del relativo genere investe problemi eterogenei e diversi fra loro, che non sono semplicemente linguistico-grammaticali, ma sono anche di natura sociale.Il presente lavoro tenta di osservare alcune caratteristiche sociolinguistiche legate all’uso dei nomi femminili relativamente a quattro cariche politiche italiane (assessora, ministra, sindaca, la presidente).Il campione di riferimento è costituito da articoli apparsi sulla testata giornalistica «la Repubblica» nell’arco di un quarantennio (1984-2024). Sono state oggetto di indagine sia l’edizione nazionale cartacea che quella on line, oltre alle diverse edizioni locali. L’analisi ha privilegiato i tratti morfosintattici, stilistico-lessicali e, ove possibile, fraseologici. Attraverso lo spoglio in diacronia e il relativo excursus dei mutamenti sociolinguistici nel linguaggio della politica, è stata individuata la maggiore incidenza di uso del genere femminile in tempi recenti rispetto a quello maschile nel passato.La variazione diacronica è invero apparsa come cruciale nell’uso del femminile per i nomi della politica qui indagati.
Il femminile per alcune cariche politiche nellultimo quarantennio (1984-2024). Sondaggi su La Repubblica
Romano, Milena
2024-01-01
Abstract
Il settore dei nomi di professione e del relativo genere investe problemi eterogenei e diversi fra loro, che non sono semplicemente linguistico-grammaticali, ma sono anche di natura sociale.Il presente lavoro tenta di osservare alcune caratteristiche sociolinguistiche legate all’uso dei nomi femminili relativamente a quattro cariche politiche italiane (assessora, ministra, sindaca, la presidente).Il campione di riferimento è costituito da articoli apparsi sulla testata giornalistica «la Repubblica» nell’arco di un quarantennio (1984-2024). Sono state oggetto di indagine sia l’edizione nazionale cartacea che quella on line, oltre alle diverse edizioni locali. L’analisi ha privilegiato i tratti morfosintattici, stilistico-lessicali e, ove possibile, fraseologici. Attraverso lo spoglio in diacronia e il relativo excursus dei mutamenti sociolinguistici nel linguaggio della politica, è stata individuata la maggiore incidenza di uso del genere femminile in tempi recenti rispetto a quello maschile nel passato.La variazione diacronica è invero apparsa come cruciale nell’uso del femminile per i nomi della politica qui indagati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.