Questo contributo propone una riflessione critica sulle rappresentazioni della disabilità uditiva nella letteratura per l’infanzia contemporanea, con un focus particolare sui testi e sui prodotti audiovisivi italiani. Attraverso l’analisi di una selezione di opere significative, si indagano i meccanismi narrativi e visivi che veicolano le esperienze della sordità, interrogandosi come queste narrazioni influenzino la percezione della comunità sorda. La rassegna prende in esame testi e media per l’infanzia, evidenziando il loro potenziale educativo, ma anche i rischi di riprodurre stereotipi e visioni semplificate della sordità (Biklen e Bogdan, 1977). Alla luce del concetto di educazione narrativa (Nussbaum, 1999; 2007), si evidenzia l’importanza di riconoscere la sordità come dimensione culturale, superando la visione puramente deficitaria. L’analisi delle tecniche impiegate nelle opere raccolte rivela i limiti e le sfide ancora presenti nella rappresentazione della sordità, in particolare l’integrazione della Lingua dei Segni e la valorizzazione della cultura sorda come realtà autonoma. Seguendo la prospettiva costruttivista (Bruner, 1990), si sottolinea il ruolo delle narrazioni inclusive nella costruzione dell’immaginario collettivo. In conclusione, lo studio ribadisce l’urgenza di promuovere narrazioni che celebrino la sordità come risorsa linguistica e culturale, favorendo visibilità, riconoscimento e inclusione.
Narrazioni che accolgono: la LIS come lingua nella letteratura e nei media per l’infanzia
Limongelli Maria Adele
2025-01-01
Abstract
Questo contributo propone una riflessione critica sulle rappresentazioni della disabilità uditiva nella letteratura per l’infanzia contemporanea, con un focus particolare sui testi e sui prodotti audiovisivi italiani. Attraverso l’analisi di una selezione di opere significative, si indagano i meccanismi narrativi e visivi che veicolano le esperienze della sordità, interrogandosi come queste narrazioni influenzino la percezione della comunità sorda. La rassegna prende in esame testi e media per l’infanzia, evidenziando il loro potenziale educativo, ma anche i rischi di riprodurre stereotipi e visioni semplificate della sordità (Biklen e Bogdan, 1977). Alla luce del concetto di educazione narrativa (Nussbaum, 1999; 2007), si evidenzia l’importanza di riconoscere la sordità come dimensione culturale, superando la visione puramente deficitaria. L’analisi delle tecniche impiegate nelle opere raccolte rivela i limiti e le sfide ancora presenti nella rappresentazione della sordità, in particolare l’integrazione della Lingua dei Segni e la valorizzazione della cultura sorda come realtà autonoma. Seguendo la prospettiva costruttivista (Bruner, 1990), si sottolinea il ruolo delle narrazioni inclusive nella costruzione dell’immaginario collettivo. In conclusione, lo studio ribadisce l’urgenza di promuovere narrazioni che celebrino la sordità come risorsa linguistica e culturale, favorendo visibilità, riconoscimento e inclusione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.