L’allargamento dell’Unione europea è stato tradizionalmente presentato come il naturale compimento della sua missione storica: garantire pace, stabilità e prosperità attraverso l’estensione progressiva dello “spazio europeo di valori comuni”. Tuttavia, dietro questa narrazione si celano tensioni politiche, squilibri economici e fragilità istituzionali che mettono in discussione la sostenibilità del processo stesso. Il contributo adotta una prospettiva critica per esaminare i limiti strutturali dell’attuale modello di allargamento con particolare attenzione al rapporto tra capacità di assorbimento dell’Unione, vincoli giuridico-istituzionali e il rispetto effettivo dei criteri di Copenaghen da parte degli Stati candidati. Si analizzano inoltre le implicazioni geopolitiche delle più recenti aperture verso i Balcani occidentali, l’Ucraina, la Moldova e la Georgia, interrogandosi sul rischio di una frammentazione del progetto europeo a fronte di un’integrazione sempre più accelerata e politicamente motivata. In ultima analisi, l’articolo propone una riflessione sulle condizioni minime per una riforma dell’architettura dell’Unione che consenta di coniugare l’allargamento con il rafforzamento della coesione interna e della legittimità democratica.
Oltre l’integrazione: criticità e prospettive dell’allargamento dell’Unione europea tra retorica politica e sostenibilità istituzionale
Lucia Anna Valvo
2025-01-01
Abstract
L’allargamento dell’Unione europea è stato tradizionalmente presentato come il naturale compimento della sua missione storica: garantire pace, stabilità e prosperità attraverso l’estensione progressiva dello “spazio europeo di valori comuni”. Tuttavia, dietro questa narrazione si celano tensioni politiche, squilibri economici e fragilità istituzionali che mettono in discussione la sostenibilità del processo stesso. Il contributo adotta una prospettiva critica per esaminare i limiti strutturali dell’attuale modello di allargamento con particolare attenzione al rapporto tra capacità di assorbimento dell’Unione, vincoli giuridico-istituzionali e il rispetto effettivo dei criteri di Copenaghen da parte degli Stati candidati. Si analizzano inoltre le implicazioni geopolitiche delle più recenti aperture verso i Balcani occidentali, l’Ucraina, la Moldova e la Georgia, interrogandosi sul rischio di una frammentazione del progetto europeo a fronte di un’integrazione sempre più accelerata e politicamente motivata. In ultima analisi, l’articolo propone una riflessione sulle condizioni minime per una riforma dell’architettura dell’Unione che consenta di coniugare l’allargamento con il rafforzamento della coesione interna e della legittimità democratica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.