Il contributo indaga la centralità della parola nella sostanza semantica dei Viceré di Federico De Roberto, una parola che, come suggerito dai dati lessicografici, viene ripetutamente negata, manipolata e deformata in una dialettica schizofrenica e in uno schema relazionale puntualmente antagonistico. Mentre le parole divengono talvolta oggetto di autistica pedanteria, ridotte a gioco linguistico e storpiatura o patologizzate sottoforma di palilalia o di ecolalia, la parola del cuore, solo interiorizzata e di rado pronunciata, è destinata alla repressione o allo scacco esistenziale. Viene messo in evidenza, inoltre, come alcune varianti a stampa e manoscritte siano in grado di rivelare un iter variantistico spesso indirizzato alla resa espressiva dei personaggi, per i quali la parola detta e non detta diviene strumento di manipolazione, come per Giacomo, oppure strumento di compensazione di un impossibile contatto dei corpi e di un’irrealizzabile prossimità con l’altro da sé, come per Consalvo.

Di mutrie, mutismi e male parole: la parola antirelazionale nei «Viceré» di Federico De Roberto

Eliana Vitale
2025-01-01

Abstract

Il contributo indaga la centralità della parola nella sostanza semantica dei Viceré di Federico De Roberto, una parola che, come suggerito dai dati lessicografici, viene ripetutamente negata, manipolata e deformata in una dialettica schizofrenica e in uno schema relazionale puntualmente antagonistico. Mentre le parole divengono talvolta oggetto di autistica pedanteria, ridotte a gioco linguistico e storpiatura o patologizzate sottoforma di palilalia o di ecolalia, la parola del cuore, solo interiorizzata e di rado pronunciata, è destinata alla repressione o allo scacco esistenziale. Viene messo in evidenza, inoltre, come alcune varianti a stampa e manoscritte siano in grado di rivelare un iter variantistico spesso indirizzato alla resa espressiva dei personaggi, per i quali la parola detta e non detta diviene strumento di manipolazione, come per Giacomo, oppure strumento di compensazione di un impossibile contatto dei corpi e di un’irrealizzabile prossimità con l’altro da sé, come per Consalvo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/685830
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