Il saggio affronta alcune problematiche relative alla c.d. famiglia ricomposta, la cui manife-stazione diviene sempre più frequente nella realtà, anche a causa dell’avvenuta introdu-zione del divorzio. Essa, tuttavia, a differenza di quanto accade in altri ordinamenti, non è oggetto di appropriata regolamentazione da parte della legge, onde è demandato in gran parte all’interprete desumere dal sistema la disciplina del complesso intreccio di rapporti a cui dà vita. In particolare, solo fugaci indicazioni si riscontrano riguardo alla rilevanza giuridica del rapporto tra il c.d. “genitore sociale” ed i figli dell’altro coniuge o convivente (a seconda che la famiglia ricomposta sia fondata o meno sul matrimonio). La legge si limita a stabili-re, infatti, che esso può costituirsi mediante l’adozione in casi particolari, possibilità circo-scritta peraltro alla sola ipotesi in cui la nuova coppia sia unita in matrimonio e previo as-senso dell’altro genitore non convivente col figlio. È controverso se, in mancanza di tale assenso, il giudice possa concedere ugualmente l’autorizzazione nell’interesse del minore. L’Autore contesta peraltro, mediante diverse ar-gomentazioni, la soluzione positiva prospettata da altri interpreti, sempre che il genitore non sia stato dichiarato decaduto dalla potestà, sia nell’ipotesi di affidamento monogenito-riale, sia in quella di affidamento congiunto (in quanto, all’epoca, non era ancora entrata in vigore la legge sull’affidamento condiviso). L’Inadeguatezza della disciplina degli effetti derivanti dalla costituzione del rapporto in questione induce l’autore ad affrontare gli aspetti concernenti l’esercizio della potestà, mettendo in luce il ruolo spettante, rispettivamente, al genitore sociale (a seconda che sia stato dato o meno corso all’adozione) ed al non affidatario, nonché i criteri di ripartizione dell’obbligazione del mantenimento. È presa inoltre in esame l’incidenza della sopravvenu-ta crisi della coppia ricomposta sui rapporti con i figli dell’altro coniuge o partner (in partico-lare riguardo al loro affidamento e mantenimento). Un’altra parte della trattazione è dedicata agli aspetti economici dei rapporti tra le due cop-pie (quella originaria e quella ricomposta). In particolare, come vadano coordinate l’obbli-gazione di sostentamento derivante dalla prima unione con quella contributiva relativa alla seconda. La trattazione pone in luce la diversità delle soluzioni che ne scaturiscono, a se-conda del variegato intreccio di caratteristiche tra la prima unione e quella che ha dato vita alla famiglia ricomposta: l’una e l’altra possono, infatti, essere fondate o meno sul matri-monio. Nel saggio vengono anche poste in luce le lacune che permangono comunque nella mate-ria e che l’interprete non è comunque in grado di colmare e la conseguente necessità di un intervento normativo volto a regolarla in maniera soddisfacente.

La famiglia rinnovata: problemi e prospettive

AULETTA, Tommaso Amedeo
2005-01-01

Abstract

Il saggio affronta alcune problematiche relative alla c.d. famiglia ricomposta, la cui manife-stazione diviene sempre più frequente nella realtà, anche a causa dell’avvenuta introdu-zione del divorzio. Essa, tuttavia, a differenza di quanto accade in altri ordinamenti, non è oggetto di appropriata regolamentazione da parte della legge, onde è demandato in gran parte all’interprete desumere dal sistema la disciplina del complesso intreccio di rapporti a cui dà vita. In particolare, solo fugaci indicazioni si riscontrano riguardo alla rilevanza giuridica del rapporto tra il c.d. “genitore sociale” ed i figli dell’altro coniuge o convivente (a seconda che la famiglia ricomposta sia fondata o meno sul matrimonio). La legge si limita a stabili-re, infatti, che esso può costituirsi mediante l’adozione in casi particolari, possibilità circo-scritta peraltro alla sola ipotesi in cui la nuova coppia sia unita in matrimonio e previo as-senso dell’altro genitore non convivente col figlio. È controverso se, in mancanza di tale assenso, il giudice possa concedere ugualmente l’autorizzazione nell’interesse del minore. L’Autore contesta peraltro, mediante diverse ar-gomentazioni, la soluzione positiva prospettata da altri interpreti, sempre che il genitore non sia stato dichiarato decaduto dalla potestà, sia nell’ipotesi di affidamento monogenito-riale, sia in quella di affidamento congiunto (in quanto, all’epoca, non era ancora entrata in vigore la legge sull’affidamento condiviso). L’Inadeguatezza della disciplina degli effetti derivanti dalla costituzione del rapporto in questione induce l’autore ad affrontare gli aspetti concernenti l’esercizio della potestà, mettendo in luce il ruolo spettante, rispettivamente, al genitore sociale (a seconda che sia stato dato o meno corso all’adozione) ed al non affidatario, nonché i criteri di ripartizione dell’obbligazione del mantenimento. È presa inoltre in esame l’incidenza della sopravvenu-ta crisi della coppia ricomposta sui rapporti con i figli dell’altro coniuge o partner (in partico-lare riguardo al loro affidamento e mantenimento). Un’altra parte della trattazione è dedicata agli aspetti economici dei rapporti tra le due cop-pie (quella originaria e quella ricomposta). In particolare, come vadano coordinate l’obbli-gazione di sostentamento derivante dalla prima unione con quella contributiva relativa alla seconda. La trattazione pone in luce la diversità delle soluzioni che ne scaturiscono, a se-conda del variegato intreccio di caratteristiche tra la prima unione e quella che ha dato vita alla famiglia ricomposta: l’una e l’altra possono, infatti, essere fondate o meno sul matri-monio. Nel saggio vengono anche poste in luce le lacune che permangono comunque nella mate-ria e che l’interprete non è comunque in grado di colmare e la conseguente necessità di un intervento normativo volto a regolarla in maniera soddisfacente.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/7836
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