Che nel corso del Cinquecento il toscano scritto si sia affermato in Sicilia come lingua dell’amministrazione governativa e come lingua della cultura in generale è un dato certo. Sappiamo anche che, nel corso di quello stesso secolo, «l’italiano scritto in Sicilia subisce un’incidenza di dialettalismi che è in rapporto sia con il livello di istruzione e di cultura di chi lo scrive, sia con la data (nel senso che l’incidenza decresce leggermente con il passare del tempo) sia infine con l’argomento» (Varvaro 1979: 50). Ciò che ancora deve essere approfondito è il processo di adozione, da parte dei sicilianofoni, di modi linguistici italiani, non solo nella dimensione scritta, ma anche in quella orale.Poiché le tappe di tale processo procedono dagli scambi comunicativi tra i parlanti, cioè – per dirla con Coseriu 1981: 55-56 – dal dialogo, che sempre è alla base del cambio linguistico (cioè del ‘cambio nella lingua’), occorre risalire a prima del XVI sec., quando esigenze comunicative ben precise portarono siciliani e toscani a interagire, specialmente in ambiti connessi con la vita di relazione come quelli economico-commerciale e giuridico.
Aspetti dell’interferenza tra italiano e siciliano in epoca medievale
VALENTI, IRIDE MARIANITA
2015-01-01
Abstract
Che nel corso del Cinquecento il toscano scritto si sia affermato in Sicilia come lingua dell’amministrazione governativa e come lingua della cultura in generale è un dato certo. Sappiamo anche che, nel corso di quello stesso secolo, «l’italiano scritto in Sicilia subisce un’incidenza di dialettalismi che è in rapporto sia con il livello di istruzione e di cultura di chi lo scrive, sia con la data (nel senso che l’incidenza decresce leggermente con il passare del tempo) sia infine con l’argomento» (Varvaro 1979: 50). Ciò che ancora deve essere approfondito è il processo di adozione, da parte dei sicilianofoni, di modi linguistici italiani, non solo nella dimensione scritta, ma anche in quella orale.Poiché le tappe di tale processo procedono dagli scambi comunicativi tra i parlanti, cioè – per dirla con Coseriu 1981: 55-56 – dal dialogo, che sempre è alla base del cambio linguistico (cioè del ‘cambio nella lingua’), occorre risalire a prima del XVI sec., quando esigenze comunicative ben precise portarono siciliani e toscani a interagire, specialmente in ambiti connessi con la vita di relazione come quelli economico-commerciale e giuridico.File | Dimensione | Formato | |
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