L'onnipotenza semantica e la creatività linguistica dei parlanti si realizza anche attraverso l'adozione di parole straniere: veri 'doni' di altre comunità linguistiche. Anziché cercare logicisticamente impossibili e irrealistici 'traducenti' di voci presuntivamente ritenute "prestiti di lusso", è opportuno accertare modalità e vie di difusione nella lingua ricevente, come col corpus di circa 150 americanismi colti, studiati da Giovanardi-Gualdo-Coco 20031, 20082, spesso euro-americanismi (in francese e in spagnolo), qui ora classificati sociolinguisticamente (a livello diafasico, diamesico, diastratico, diacronico), intralinguisticamente (a livello semantico, morfologico in particolare riguardo al genere grammaticale, alla produttività derivativa e composizionale) e interlinguisticamente, a volte retrodatati e verificati quanto alla loro vitalità nella pagina letteraria del "Sole 24 Ore" 2003-2009.
Titolo: | I ‘doni stranieri’ Tradurre o non tradurre gli anglicismi? |
Autori interni: | |
Data di pubblicazione: | 2010 |
Rivista: | |
Handle: | http://hdl.handle.net/20.500.11769/9670 |
Appare nelle tipologie: | 1.1 Articolo in rivista |