Il Progetto di ricerca “Dall’Europa del populismo penale all’Europa dei diritti fondamentali: la riscoperta della funzione rieducativa come essenza riformatrice del sistema sanzionatorio per le persone e per gli enti”, Università di Catania – Dipartimento di Giurisprudenza (finanziamento Piano di incentivi per la ricerca di Ateneo 2020/2022 (Pia.ce.ri.), linea 2”), si è svolto con la preziosa collaborazione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, in particolare nelle persone della Dottoressa Ciavarella e della Dottoressa Monica Panarello. La ricerca parte dal riconoscimento da parte della Corte EDU della rieducazione come fondamentale funzione della pena negli Stati Europei (GC Vinters 2013) e del “diritto alla risocializzazione” del detenuto; non solo, infatti, lo Stato deve riconoscere e garantire la rieducazione come finalità della pena, ma deve anche intraprendere tutte le azioni positive volte a realizzare tale fine in base ad un obbligo positivo, come evidenziato in particolare nella sentenza Murray (Corte EDU, 26 aprile 2016, Murray c. Paesi Bassi (GC), nº. 10511/10), fondato sull’art. 3 CEDU e, quindi, sul rispetto della dignità umana, ossia un diritto assoluto e inderogabile. La ricerca con metodo interdisciplinare e comparatistico ha perseguito un duplice obiettivo: ribaltare la visione populista spesso propagandata con riguardo all'Europa, ricostruendo il ruolo fondamentale della funzione rieducativa nella legislazione e giurisprudenza europea e la sua influenza sulla legislazione dei paesi membri in termini di umanizzazione della pena, verificando anche se si possa parlare di funzione rieducativa rispetto agli enti; cercare di comprendere come si declina nella prassi la funzione rieducativa all’interno dell’istituzione carceraria, con la precisa volontà di scoprire e mettere in evidenza, innanzitutto, le best practices e, poi, le criticità, per tentare di formulare proposte di riforma dell’apparato sanzionatorio per persone fisiche e persone giuridiche, nonché meccanismi processuali di diversion. La parte più importante della ricerca si è svolta, allora, attraverso delle interviste a Direttori di istituti penitenziari e Magistrati di sorveglianza sulla base di un questionario – discusso con il DAP - incentrato sulla verifica delle problematiche connesse alla concreta implementazione della funzione rieducativa in carcere, con la precipua finalità di comprendere la reale situazione vissuta nelle carceri italiane.
Dall’Europa del populismo penale all’Europa dei diritti fondamentali: la riscoperta della funzione rieducativa come essenza riformatrice del sistema sanzionatorio per le persone e per gli enti
MAUGERI ANNA MARIA;VANIA PATANE';SICURELLA ROSARIA;Siracusano Fabrizio;Vagliasindi Grazia Maria;Zappulla Angelo;Scalia Valeria;Lucifora Annalisa;Amalia Orsina;Giangreco Mattia;Giuca Marta;Sandra Picicuto;Ugo Santoro;Marco Mazzullo;Gaspare Stallone;Valeria Licciardello;Francesco Laneri
2024-01-01
Abstract
Il Progetto di ricerca “Dall’Europa del populismo penale all’Europa dei diritti fondamentali: la riscoperta della funzione rieducativa come essenza riformatrice del sistema sanzionatorio per le persone e per gli enti”, Università di Catania – Dipartimento di Giurisprudenza (finanziamento Piano di incentivi per la ricerca di Ateneo 2020/2022 (Pia.ce.ri.), linea 2”), si è svolto con la preziosa collaborazione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, in particolare nelle persone della Dottoressa Ciavarella e della Dottoressa Monica Panarello. La ricerca parte dal riconoscimento da parte della Corte EDU della rieducazione come fondamentale funzione della pena negli Stati Europei (GC Vinters 2013) e del “diritto alla risocializzazione” del detenuto; non solo, infatti, lo Stato deve riconoscere e garantire la rieducazione come finalità della pena, ma deve anche intraprendere tutte le azioni positive volte a realizzare tale fine in base ad un obbligo positivo, come evidenziato in particolare nella sentenza Murray (Corte EDU, 26 aprile 2016, Murray c. Paesi Bassi (GC), nº. 10511/10), fondato sull’art. 3 CEDU e, quindi, sul rispetto della dignità umana, ossia un diritto assoluto e inderogabile. La ricerca con metodo interdisciplinare e comparatistico ha perseguito un duplice obiettivo: ribaltare la visione populista spesso propagandata con riguardo all'Europa, ricostruendo il ruolo fondamentale della funzione rieducativa nella legislazione e giurisprudenza europea e la sua influenza sulla legislazione dei paesi membri in termini di umanizzazione della pena, verificando anche se si possa parlare di funzione rieducativa rispetto agli enti; cercare di comprendere come si declina nella prassi la funzione rieducativa all’interno dell’istituzione carceraria, con la precisa volontà di scoprire e mettere in evidenza, innanzitutto, le best practices e, poi, le criticità, per tentare di formulare proposte di riforma dell’apparato sanzionatorio per persone fisiche e persone giuridiche, nonché meccanismi processuali di diversion. La parte più importante della ricerca si è svolta, allora, attraverso delle interviste a Direttori di istituti penitenziari e Magistrati di sorveglianza sulla base di un questionario – discusso con il DAP - incentrato sulla verifica delle problematiche connesse alla concreta implementazione della funzione rieducativa in carcere, con la precipua finalità di comprendere la reale situazione vissuta nelle carceri italiane.File | Dimensione | Formato | |
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