Appassionato soprattutto di musica classica e jazz, suonatore di flauto dolce, Umberto Eco ha costellato la sua intera opera di riflessioni sparse sulla musica, sin dalla sua tesi di laurea, Il problema estetico in Tommaso d’Aquino, e per tutto il corso della sua carriera. Il contributo si occupa di analizzare sia il versante della produzione echiana legato alla teoria sia la presenza del discorso musicale all’interno dell’opera narrativa, con una particolare attenzione alle diverse funzioni che la musica assume. Si ricostruisce inoltre la vicenda biografica di Eco: l’amore per il flauto, l’incontro con Luciano Berio, fondamentale per Opera aperta, fino alla breve esperienza cantautoriale che lo vede comporre alcune canzoni sui generis, prima con l’amico d’infanzia Gianni Coscia e poi per il collettivo musicale Cantacronache. L’ambito narrativo viene invece analizzato a partire dal lemma musica, per individuare diversi tipi di discorso: erotico, memoriale, suggestivo ed epifanico. In un excursus che va dai canti liturgici del Nome della rosa fino all’intensa emozione provata da Maia ascoltando la Settima di Beethoven in Numero zero, vengono così discussi alcuni tasselli fondamentali dell’immaginario echiano.
«La sua lunghissima nota finale non si era mai interrotta». La musica nell’opera teorica e narrativa di Umberto Eco
Christian D'Agata
2025-01-01
Abstract
Appassionato soprattutto di musica classica e jazz, suonatore di flauto dolce, Umberto Eco ha costellato la sua intera opera di riflessioni sparse sulla musica, sin dalla sua tesi di laurea, Il problema estetico in Tommaso d’Aquino, e per tutto il corso della sua carriera. Il contributo si occupa di analizzare sia il versante della produzione echiana legato alla teoria sia la presenza del discorso musicale all’interno dell’opera narrativa, con una particolare attenzione alle diverse funzioni che la musica assume. Si ricostruisce inoltre la vicenda biografica di Eco: l’amore per il flauto, l’incontro con Luciano Berio, fondamentale per Opera aperta, fino alla breve esperienza cantautoriale che lo vede comporre alcune canzoni sui generis, prima con l’amico d’infanzia Gianni Coscia e poi per il collettivo musicale Cantacronache. L’ambito narrativo viene invece analizzato a partire dal lemma musica, per individuare diversi tipi di discorso: erotico, memoriale, suggestivo ed epifanico. In un excursus che va dai canti liturgici del Nome della rosa fino all’intensa emozione provata da Maia ascoltando la Settima di Beethoven in Numero zero, vengono così discussi alcuni tasselli fondamentali dell’immaginario echiano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


